Per la Val di Bisenzio servono 52 milioni di euro per gli interventi del dopo alluvione di novembre 2023. Lo ha detto oggi, venerdì 31 gennaio, l’assessore alla Protezione civile della Regione Toscana, Monia Monni, che ha fatto tappa al palazzo comunale di Vaiano per una serie di incontri con amministratori, tecnici e cittadini dei tre comuni della Vallata in vista del lavoro che dovrà essere pianificato non appena il Dipartimento nazionale assegnerà le somme definitive a ciascun territorio alluvionato. “Arriverà meno dei 52 milioni necessari – ha detto l’assessore – e quindi dobbiamo prepararci a stabilire, in accordo con gli enti locali, quali sono le priorità delle priorità. Adesso è presto per scendere nel dettaglio, aspettiamo di sapere quanti soldi ci saranno per i Vaiano, Vernio e Cantagallo e come si potranno e dovranno spendere”. E nell’attesa proprio dalla Val di Bisenzio parte una proposta: un piano nazionale contro il dissesto idrogeologico per difendere i territori più fragili e più vulnerabili. Quello della Vallata lo è a pieno titolo: l’alluvione ha lasciato ferite ancora aperte, ha messo a nudo tutti i limiti dati dalla gracilità.
L’assessore, impegnata da settimane in un tour nei comuni messi in ginocchio dall’alluvione di oltre un anno fa, ha ripetuto che il Governo ha mantenuto e manterrà assai meno degli impegni presi: “Qualcuno ci ha detto che abbiamo presentato una lista di interventi fantasiosa – le sue parole – invito tutti a venire in questa zona per rendersi conto di cosa stiamo parlando”. Una sottolineatura a cui si sono uniti i sindaci di Vaiano, Francesca Vivarelli, di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno, di Vernio, Maria Lucarini: “Con gli spiccioli delle amministrazioni comunali, che già nell’immediatezza si sono sobbarcati gli interventi più urgenti così come ha fatto la Regione con lo stanziamento di 11 milioni per le somme urgenze, non è possibile far fronte a interventi importanti, onerosi”.
Ogni comune ha i suoi problemi che spesso sono gli stessi: l’alluvione ha appesantito le criticità della Sr 325, l’impatto del fiume Bisenzio, il rischio frane, la gestione dei corsi d’acqua minori come il Trescellere che scende da Schignano e che quella notte tra il 2 e il 3 novembre la pioggia ingrossò al punto di trasformarlo in un fiume in piena. C’è molta solidarietà tra i tre Comuni perché se scattasse una corsa quella sarebbe per scegliere chi sta messo peggio. La speranza è tutta nelle cifre: quelle che il Dipartimento della protezione civile, impegnato nell’ultimissima fase dell’istruttoria, destinerà alla Vallata.
Tra i temi sollevati quello, immancabile, storico e pare irrisolvibile, della burocrazia che affoga letteralmente gli uffici comunali, ma anche le imprese e i cittadini alla ricerca di risarcimenti e agevolazioni. “La burocrazia – ha detto la sindaca Lucarini – ci costringe a stare nelle nostre stanze a sbrigare pratiche mentre vorremmo sostituire le scartoffie con il lavoro tra la gente”. E, restando a Vernio, preoccupa e fa paura la frana di Montecuccoli. La pioggia insistente non aiuta, anzi. Il terreno continua a muoversi e ogni intervento, in condizioni di maltempo, è impossibile. (nt)
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