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Porto d’armi per difesa personale negato, il Tar dà ragione alla prefettura: “I dati sulla criminalità non sono tali da rendere necessario girare armati”


Un imprenditore, titolare della licenza dal 1995 al 2022, ha contestato il diniego e ha portato la questione davanti ai giudici amministrativi mettendo in fila gli episodi di cui è rimasto vittima. Niente da fare: il 'no' è stato confermato


Nadia Tarantino


“I dati statistici relativi all’intera provincia di Prato non sono tali da determinare la necessità di avere un’arma per difesa personale. Né è sufficiente aver subito un furto in abitazione nel 2006 per chiedere il rinnovo della licenza anno dopo anno per un tempo illimitato”. Così il Tar della Toscana che ha respinto il ricorso presentato da un imprenditore residente a Carmignano contro la prefettura di Prato che ha negato il rinnovo della licenza del porto d’arma per difesa personale. L’imprenditore è stato titolare della licenza dal 1995 al 2022, anno in cui la prefettura ha messo un punto ritenendo che le giustificazioni poste a fondamento della richiesta non fossero più attuali. Una istanza basata sul fatto che l’imprenditore ricopre “posizioni rilevanti in più società, risiede in una località isolata, di aver subito vari tentativi di furto in casa e in azienda, di aver subito minacce e atti vandalici”. La prefettura ha motivato il rifiuto con “la mancanza di elementi idonei a giustificare l’attuale necessità del cittadino di circolare armato in relazione a specifici profili di rischio per la propria incolumità, non risultando inoltre che l’interessato sia stato vittima, di recente – si legge nelle carte prefettizie finite ai giudici del Tar – di episodi delittuosi quali indicatori di un oggettivo concreto ed attuale pericolo per la sua incolumità personale. L’ultimo episodio in suo danno, un furto in abitazione, risale al 2006 e da allora non si sono registrati eventi di potenziale pericolo”. La prefettura ha ribadito, motivando il suo ‘no’, che “la licenza si deve fondare su una necessità strettamente personale funzionale a scongiurare il verificarsi di un pericolo grave e attuale e non può concedersi sulla base di previsioni ipotetiche ma richiede un attento esame volto ad accertare l’effettiva necessità di andare armato che, in questo caso, non è concreta: la zona di residenza del richiedente, seppur isolata, non presenta profili di criticità per quanto riguarda l’ordine e la sicurezza pubblica, non sussistendo a Carmignano particolari indici di densità criminale”.
L’imprenditore non si è arreso e ha insistito nella sua richiesta di rinnovo della licenza del porto d’armi per difesa personale ma gli elementi forniti non hanno convinto i giudici amministrativi: “Gli episodi successivi al furto del 2006 non sono determinanti: o si riferiscono ad altri contesti territoriali o, come nel caso dell’episodio del 2022 che è stato riferito, risultano del tutto privi di lesività per la sfera personale. Quanto all’altro episodio riferito, datato 2024, è non solo successivo all’impugnazione del provvedimento della prefettura ma evidenzia anche il pronto intervento di una pattuglia dei carabinieri, a sostanziale smentita delle affermazioni dell’imprenditore circa le presunte difficoltà delle forze dell’ordine a coprire il territorio”.  (nt)

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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