A sei mesi dall’alluvione il “Comitato Bagnolo per l’alluvione” torna a chiedere al Comune e alla Regione di mettere in sicurezza il torrente all’altezza del ponticino fra via Ripa e via Imperia. Proprio qui, il 2 novembre, è iniziata parte dell’esondazione e, esattamente in questo punto, oggi 17 maggio, è stato organizzato un flashmob. “L’alveo si è alzato a causa dei detriti – spiega la portavoce Sabrina Tabani – tanto che fra il letto del fiume e l’arcata più alta del ponte c’è 1,60 metri. Una distanza insufficiente per garantire la sicurezza dei veicoli che transitano, lo abbiamo constatato durante le ultime piogge quando il livello dell’acqua è cresciuto in modo preoccupante”.
Ad alzare l’alveo alcuni massi di marmo verde, quello con cui è stato costruito il Duomo di Prato, trascinati dal Monteferrato verso valle. Pietre che però, secondo i tecnici della Regione, contengono amianto e quindi devono essere smaltite come rifiuti speciali. Problema che è stato anche affrontato lo scorso 15 maggio, in occasione dell’incontro a cui hanno partecipato il candidato sindaco per il centrosinistra Simone Calamai, l’assessore Monia Monni e il direttore generale Giovanni Massini del Settore difesa del suolo della Regione Toscana . “In quell’occasione – continua Tabani – è stata prospettata una soluzione temporanea: spostare i massi fuori dal letto lasciandoli comunque lungo l’argine. Questo bypasserebbe il problema dello smaltimento”.
Calamai ha invece posto l’attenzione sulla necessità di avere la piena copertura per i lavori di somma urgenza “Non mi sarei mai immaginato che fossero necessari sei mesi perchè venissero stanziamenti sufficienti a coprire non tutte, ma parte delle somme urgenze da parte dello Stato. Ed è quello che è avvenuto e ciò significa perdere tempi nelle lavorazioni e negli interventi stessi. Chiediamo maggiore attenzione a quanto avvenuto nella nostra regione e sul territorio comunale e soprattutto la piena copertura di tutte le somme urgenze di quanto abbiamo in corso, ma ci sia anche presto lo stanziamento delle risorse per gli interventi strutturali di cosiddetta mitigazione”.