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Poggio, 300 firme contro l’aumento dei servizi scolastici ma il Comune di difende


Le famiglie hanno organizzato una raccolta di firme per chiedere al sindaco di tornare indietro: "Subito una variazione al bilancio per abbattere i rincari". L'assessore all'Istruzione: "Tariffe ferme dal 2015 ma da allora i costi sono lievitati"


Nadia Tarantino


Sono più di trecento le firme a corredo dell’appello che le famiglie con bambini che frequentano la scuola a Poggio a Caiano invieranno al sindaco, Riccardo Palandri, per protestare contro l’aumento delle tariffe di scuolabus, mensa e servizi pre e post scuola. “Siamo molto preoccupati – il tenore della lettera – del rincaro previsto per il prossimo anno scolastico. Chiediamo una variazione urgente al bilancio in modo da abbattere gli aumenti. Le famiglie non possono sobbarcarsi questi aumenti, soprattutto in un momento storico difficile per tutti”. E’ stata la minoranza, nei giorni scorsi, a puntare la lente di ingrandimento sulla delibera denunciando la scelta dell’amministrazione comunale di riversare rincari sulle famiglie. A rispondere alle critiche politiche è l’assessore all’Istruzione, Patrizia Cataldi, che parla di tariffe ferme dal 2015. “Da quell’anno a oggi – dice – i costi sono lievitati in tutti i settori, gravando sempre di più sul bilancio comunale. Per chi ha governato il territorio per quasi venti anni è stato più facile lasciare tutto fermo per non perdere consensi, e ora noi veniamo descritti come i cattivi”. Nel dettaglio: “Prima con Isee da 3300 euro fino 5669 il prezzo della mensa era di 1,80 euro. Adesso da 3001 euro fino a 5mila euro il prezzo è di 1 euro. Prima con un Isee da 5669 euro fino a 8504 euro il prezzo della mensa era di 2,50 euro, ora resta uguale (2,50) da 5001 fino a 9000 di Isee (è stata quindi alzata la soglia per un costo calmierato). Prima per tutti gli Isee sopra gli 8504 euro la spesa per la mensa era di 3,60. “Indistintamente – sottolinea l’assessore – anche per chi aveva un Isee di 9000 euro. Questa amministrazione, invece, si è interessata non solo delle famiglie con reddito basso ma anche di suddividere in modo più equo i costi, introducendo vari scaglioni: da 9001 euro a 15mila euro il prezzo è di 4 euro, poi 4,40 per la fascia da 15001 – 24mila euro, 4,80 da 24001 euro e solo per un Isee superiore a 31000 euro sarà di 5 euro a pasto. L’aumento, quindi, per ciascuna delle nuove fasce è contenuto nell’ordine di 0,40, 0,80 centesimi, e solo per l’ultima fascia sarà di 1,40 a pasto. Sottolineiamo che il Comune paga ciascun pasto al gestore 5,10 + Iva, un pasto biologico che non tutte le amministrazioni comunali sono in grado di fornire”.
L’assessore parla anche di “trattamento più equo” con l’introduzione di fasce di costi come da Isee, un indicatore previsto ovunque. “Abbiamo a cuore le famiglie e lo abbiamo dimostrato tempo fa deliberando un sconto sulla retta del nido portandolo dal 30 al 50 per cento per chi non poteva accedere ai contributi regionali perché in possesso di un Isee superiore a 35mila euro. Prima di agitare l’opinione pubblica con giudizi affrettati – il riferimento è alla minoranza – sarebbe più corretto leggere i dati e lasciare lavorare la Giunta che applicherà, laddove possibile, ulteriori agevolazioni: l’idea è quella di introdurre agevolazioni per chi ha più di un figlio che usufruisce del servizio mensa, mediante uno sconto che possa oscillare dal 20% al 40% in base al numero di figli. Per fare questo occorre prima modificare un regolamento comunale che prevede agevolazioni di vario tipo datato 2009 e che necessita di interventi. L’introduzione delle nuove tariffe partirà da settembre, avremmo avuto tutto il tempo per inserire le agevolazioni per famiglie numerose se solo ci lasciassero lavorare”.

Edizioni locali: Comuni Medicei

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(N° 4 del 14/02/2009)
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