Tre piccole casse di espansione per mettere al sicuro il quartiere di San Paolo dagli allagamenti. L’intervento, che prevede una spesa di circa 20 milioni di euro e anche un generale potenziamento del sistema fognario, è stato messo a punto da Publiacqua e ilustrato oggi, 23 aprile, durante l’audizione alla Commissione Consiliare 4 del Comune di Prato, dal presidente di Publiacqua Nicola Perini, accompagnato per l’occasione da alcuni tecnici dell’azienda.
“Il quartiere di San Paolo è storicamente lo specchio di un problema con il quale da molti anni ci troviamo a che fare e cioè il rischio di allagamenti – ha detto Nicola Perini -. Purtroppo da molto tempo a questa parte non è l’unico, come tragicamente dimostrato dall’alluvione dello scorso novembre che ha messo in ginocchio la Toscana tutta con ingenti danni umani ed economici. Oggi più che mai è compito dei soggetti deputati alla corretta gestione del servizio fare quanto più possibile per individuare soluzioni tecniche ad hoc, atte a mitigare il rischio idrogeologico e a prevenire gli effetti degli allagamenti cui purtroppo sono abituati gli abitanti del quartiere. Il cuore di questo studio sono i tre scenari che emergono, ciascuno dei quali porta con sé dei pro e dei contro, soprattutto in termini di autorizzazioni ambientali. Dei tre scenari, quello che Publiacqua ritiene più idoneo alla situazione del quartiere San Paolo è il terzo, che prevede la realizzazione di casse di espansione che, ubicate nelle zone limitrofe di San Paolo, restituirebbero anche un’area vivibile alla collettività, in virtù delle aree verdi che verrebbero realizzate a supporto e dei percorsi ciclopedonali dintorno che riqualificherebbero ulteriormente il territorio. Si tratta di un investimento importante, circa 20 milioni di euro, ma necessario”.
Nel dettaglio ecco i tre scenari illustrati in Commissione: costruzione di un nuovo collettore di scarico del torrente Bardena; costruzione di una cosiddetta “vasca volano”; costruzione di tre bacini di detenzione. Come spiegato dai tecnici di Publiacqua, il primo scenario ipotizzato non risulterebbe però fattibile in quanto, dagli studi e modelli matematici effettuati, non darebbe garanzie di piena soluzione alle criticità idrauliche lamentate. Medesima valutazione per la seconda ipotesi. La costruzione di una cosiddetta “vasca volano” (8.000 mc), per un quadro economico di circa 31 milioni di euro, infatti, avrebbe effetti solo al termine di tutte le opere e non garantirebbe una scalabilità delle opere medesime.
La soluzione ideale e possibile si è così rilevata la terza proposta che prevede la costruzione di tre bacini di detenzione di diverse dimensioni (5.000, 2.000 e 1.000 mc) con svuotamento a gravità (ogni 24/48H). Tre vere e proprie piccole casse d’espansione che, tra l’altro, consentirebbe la distrettualizzazione del sistema fognario della zona serviti dai nuovi bacini costruiti. Previsto anche il rinnovo del 30% della rete fognaria della zona. Quello di oggi è stato solo il primo momento di un lungo processo approvativo dove sarà fondamentale individuarne, per esempio, la finanziabilità per poi arrivare al progetto esecutivo e quindi alla cantierizzazione.