Gli studenti universitari stranieri chiedono più spazi per la socializzazione, quelli italiani più servizi, tutti vorrebbero essere coinvolti negli aspetti decisionali che li riguardano. E ancora, i ragazzi che frequentano la Monash e la New Haven conoscono molto meglio il centro di Prato rispetto ai colleghi non pratesi del Pin che hanno una visione limitata al tragitto fra la stazione del Serraglio e piazza dell’Università. Ma nessuno, né italiani né stranieri, è a conoscenza di quello che la città offre al di là delle mura cittadine. Questi sono parte dei dati raccolti in un percorso partecipativo fra gli studenti delle università che hanno sede a Prato all’interno delle iniziative previste per la nona edizione di Prato Campus Week prevista il 16, il 17 e il 18 aprile.
A 120 ragazzi, sono più di 2.500 gli universitari, i ricercatori hanno proposto dei questionari per capire i bisogni e le aspirazioni: per quelli che frequentano il Pin, la richiesta più pressante è una mensa e uno studentato o almeno altre soluzioni abitative, per gli stranieri invece la richiesta è di condividere spazi con i coetanei italiani a partire anche dalle strutture sportive. “Oltre ai dati quantitativi – ha precisato Matteo Dutto ricercatore Monash – abbiamo anche fatto indagini conoscitive a partire dal background di ciascuno. E così per gli studenti con origini asiatiche, il Macrolotozero è sinonimo di casa, a differenza di quelli occidentali che lo trovano meno accogliente. Si è anche evidenziato che la biblioteca Lazzerini è molto utilizzata dagli italiani abituati a studiare da soli e in silenzio. Viceversa gli stranieri non la frequentano proprio perché il divieto di parlare non favorisce la loro metodologia di studio”.
I dati verranno presentati il 18 aprile alle 16 nella sede della Monash “Un percorso che è all’inizio – ha spiegato Gabriele Bosi assessore all’Università – ora si apre la fase del confronto e del dialogo fra le parti.” A Prato oltre agli studenti delle tre università, per ora non è previsto l’arrivo di nessun nuovo ateneo straniero, periodicamente arrivano piccoli gruppi che restano in media due settimane, per studiare argomenti specifici: dall’immigrazione all’urbanistica. Una popolazione che si aggiunge quindi a quella stanziale.
“Nei bisogni che sono emersi – ha sottolineato Enrico Banchelli Direttore del Pin – anche quello di avere più alloggi, mi auguro che ci sia adesione al bando riaperto dal Miur per ricercare stabili che possano mettere a disposizione almeno venti posti letti. Sarebbe una boccata d’ossigeno”. Il bando è aperto ai privati e ai soggetti pubblici. “Stiamo cercando di implementare ulteriormente la presenza di nostri studenti a Prato- ha spiegato Cathy Crupi direttore associato Monash University – attualmente sono 700 ma l’interesse è tanto verso la città, quindi ci aspettiamo un incremento”
Per chi frequenta la New Haven, invece, una priorità sono gli impianti sportivi. “Una volta alla settimana – ha spiegato il direttore Kevin Murphy – organizziamo attività sportiva all’ oratorio di S. Anna, ma sarebbe molto bello poter condividere questi momenti anche con gli altri studenti”.
Prato Week Campus 2024, che è tornata alla data primaverile dopo la fase post Covid, prevede anche altri momenti di condivisione di attività fra studenti e cittadinanza. Il 16 aprile, come di consuetudine, torna Ik Prato alla scoperta della città, una sorta di caccia al tesoro per avvicinare i ragazzi alla storia del territorio, il 17 è il momento di CleanUp per la pulizia di una parte delle sponde del Bisenzio in collaborazione con Alia e la Pubblica Assistenza. Come sempre è prevista anche una gita in canoa a cura dell’associazione Aican.
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