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Pasticcio tra Sori e Comune di Campi Bisenzio: la Corte dei Conti boccia l’ingresso nella società partecipata


Il Consiglio comunale ha deliberato l'acquisto di mille azioni per un totale di 10mila euro ma la società non ha ancora fatto altrettanto per il conseguente aumento di capitale. I giudici contabili: "Serve l'approvazione in sede di assemblea straordinaria dei soci"


Nadia Tarantino


La Corte dei Conti ha bocciato l’ingresso del Comune di Campi Bisenzio nella compagine societaria di Sori, la società a capitale pubblico che si occupa delle attività di liquidazione, accertamento e riscossione di tasse e tributi per conto dei Comuni soci: insieme a Prato che è controllante con l’85,31 per cento delle azioni, Montemurlo, Poggio a Caiano, Carmignano, Cantagallo, Quarrata e Montale.
A determinare il parere contrario all’operazione che consiste nell’acquisto, da parte dell’amministrazione comunale campigiana, di mille azioni per un totale di 10mila euro pari ad un aumento di capitale riservato dell’1,8 per cento, è stata l’assenza, almeno ad ora, di un passaggio che rappresenta assai più di una formalità: l’approvazione, e dunque la deliberazione in sede di assemblea straordinaria della società. Ecco che a fronte della volontà espressa dal Consiglio comunale lo scorso 27 febbraio e finalizzata ad affidare alla partecipata la riscossione coattiva delle entrate comunali, Sori non ha risposto ufficialmente con il voto dei soci.
“Dalla lettura dell’atto deliberativo del Comune – si legge nella sentenza – emerge come Sori non abbia ancora deliberato l’aumento di capitale che l’amministrazione intende sottoscrivere. La delibera comunale spiega che tale passaggio sarà deliberato”.
La coniugazione al futuro non è ammessa dalla Corte dei Conti: “I nuovi conferimenti – spiega la sentenza – trovano collocazione all’interno di un’operazione che richiede il concorso della volontà della società, manifestata attraverso la delibera di emissione delle nuove azioni o quote. Nel caso di specie ciò non può ritenersi perfezionato perché vi è difetto di deliberazione assembleare di aumento di capitale. Se da una parte l’ente non può sottoscrivere l’aumento di capitale prima del rilascio del parere della Corte dei Conti a meno che non rinunci alla decisione della giustizia contabile con ciò che ne consegue in termini di responsabilità, dall’altra la mancata delibera di Sori priva di attualità e concretezza tutta la procedura e, con essa, anche quella riferita al rilascio del parere”.  
Per dirla in altre parole: carta canta e senza carta il Comune di Campi Bisenzio non può fare il suo ingresso nella società. Una volta che i soci delibereranno, la questione tornerà di nuovo al Consiglio di Stato ma stavolta il parere non sarà vincolante. (nadia tarantino)

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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