L’Itp, cioè l’Indicatore di tempestività dei pagamenti della pubblica amministrazione, dice che Prato, nel primo trimestre 2024, è al 47esimo posto tra i 112 capoluoghi di provincia per i tempi di pagamento ai propri fornitori. In termini assoluti, il saldo anticipa di 12 giorni la scadenza. Un risultato più che positivo che, se mantenuto, migliorerà e di tanto la già buona performance del 2023 che registrava pagamenti con 5 giorni di anticipo sul termine ultimo. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che però – va detto – prende in esame solo gli importi più alti legati ad acquisti, consumi, forniture, manutenzioni, formazione del personale e spese energetiche. In generale, la pubblica amministrazione toscana riesce a stare nei limiti di legge con qualche primato che diventa un caso nazionale, come Grosseto che nel primo trimestre di quest’anno si è messa in pari con i pagamenti addirittura con 24 giorni di anticipo (nessuna città capoluogo di provincia ha fatto meglio), e con una sola realtà – Pisa – che invece sfora di circa una settimana. Ma quanto tempo ha una pubblica amministrazione per pagare i suoi debiti? Trenta giorni. Trenta giorni dall’emissione della fattura con la Cgia di Mestre che porta a galla “un abuso”, così lo definisce, che consiste nella pratica di molti dirigente pubblici di indicare al fornitore quando richiedere il pagamento. Ad arrancare, in linea generale, sono le piccole imprese, quelle cioè che forniscono servizi che generano volumi bassi e che, paradossalmente, sono quelle che aspettano di più prima di vedere pagata la fattura. Meglio di Prato fanno Grosseto, come già detto, Pistoia, Lucca, Siena e Livorno; Firenze, Arezzo e Massa pagano con un anticipo compreso tra 10 e 4 giorni. I cattivi pagatori sono soprattutto le pubbliche amministrazione del sud: al primo posto Napoli con un ritardo di 82 giorni nel primo semestre 2024, seguita da Isernia (77) e da Andria (70). (nt)
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