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Operai picchiati con mazze di ferro dopo l’adesione al sindacato: quattro misure cautelari. Il procuratore: “Condizioni di profondo sfruttamento”


Arresti domiciliari per un pakistano e divieti di dimora nella provincia di Prato per un suo connazionale e per due cinesi, tutti riconducibili alla Acca srl, l'azienda di stoccaggio e spedizioni con sede a Seano e destinataria nelle scorse settimana di uno dei tre pacchi bomba recapitati ad altrettante ditte e fatti esplodere a distanza. L'inchiesta partita nel 2023 quando è cominciata la vertenza del sindacato autonomo Sudd Cobas. Diversi i pestaggi a danno dei lavoratori sindacalizzati


Nadia Tarantino
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Sfruttati, minacciati, picchiati e costretti a sottostare alla legge del più forte. Una legge a cui diversi operai pakistani, bengalesi, afgani e africani si sono infine sottratti prima aderendo al sindacato autonomo Sudd Cobas, poi, dopo essere stati vittime di violente aggressioni, denunciando e raccontando l’inferno vissuto nell’azienda di stoccaggio e spedizioni Acca srl di via Copernico a Seano. Questo il punto di partenza – secondo l’inchiesta della procura di Prato avviata nella primavera del 2023 – di diversi pestaggi e destinataria, lo scorso 16 febbraio, di uno dei tre pacchi bomba recapitati ad altrettante ditte e fatti esplodere a distanza “nel quadro – viene spiegato dal procuratore Luca Tescaroli – di una contrapposizione imprenditoriale che sta vedendo dal giugno scorso una escalation criminale non solo nel territorio pratese ma anche a livello internazionale”.
Il giudice delle indagini preliminari ha accolto le richieste del procuratore ordinando l’arresto di un pakistano di 45 anni, ora ai domiciliari con braccialetto elettronico, e il divieto di dimora nella provincia di Prato per un connazionale di 56 e per due cinesi di 39 e 40 anni, tutti introdotti in “una filiera più ampia di soggetti riconducibile alla proprietà cinese”.
Numerose le ipotesi di reato contestate dalla procura: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato dalla violenza e dalla minaccia, rapina aggravata, lesioni personali.
Una vera e propria struttura criminale che – dicono le indagini condotte da carabinieri e polizia – colpiva gli operai sindacalizzati che, dopo aver ottenuto un contratto di lavoro regolare in forza delle vertenze avviate da Sudd Cobas, venivano puniti. Diverse le aggressioni, tutte risalenti al 2023: 29 aprile, 23 giugno, 18 luglio, 2 e 8 agosto e, una coda, il 9 marzo 2024. Pestaggi a colpi di mazze di ferro, quasi sempre di notte, compiuti da uomini a volto coperto e agli ordini della struttura criminale che aveva in testa un solo obiettivo: sedare, con qualsiasi mezzo, le rivolte sindacali. Decisiva la collaborazione delle vittime e decisivi i referti medici rilasciati dall’ospedale dopo i pestaggi, le intercettazioni telefoniche, le immagini di videosorveglianza all’interno del magazzino che hanno restituito agli inquirenti il quadro fedele di cosa succedeva, un quadro corrispondente alle denunce degli operai sfruttati.
L’inchiesta ha ricostruito una situazione di “profondo sfruttamento”, finalizzato a “minimizzare i costi e massimizzare i profitti, a discapito dei diritti fondamentali dei lavoratori”. Emerge ciò che da anni è una costante: presenza di operai a nero e in stato di bisogno, turni di oltre dodici ore sette giorni su sette, pause di 15 minuti al massimo giusto per mangiare qualcosa, paghe irrisorie, licenziamenti a sorpresa. Tutto questo sotto gli occhi delle telecamere installate sulla testa degli operai per il monitoraggio continuo e ininterrotto della loro attività.
Non tutti i lavoratori hanno trovato la forza per sottrarsi allo sfruttamento e alla morsa dei ‘caporali’ e questo ha convinto il giudice “del timore di subire le conseguenze negative di un intervento giurisdizionale a carico dell’impresa”.
Non si fa attendere il commento di Sudd Cobas. “Finalmente la procura batte un colpo sulla vicenda Acca. E lo fa, almeno stavolta, nella direzione giusta. Fino ad oggi, mentre si consumava un’escalation di violenza contro chi rivendica diritti, a ricevere gli avvisi di garanzia per scioperi e picchetti eravamo stati noi attivisti sindacali – le parole di Luca Toscano, leader del sindacato autonomo che da anni si batte senza riserve contro l’illegalità nelle aziende a conduzione cinese e non solo – l’ultima informazione di garanzia notificata pochi giorni fa ed indirizzato a me e a Sarah Caudiero, preceduta da quelle dirette a lavoratori ed attivisti di Sudd Cobas, con l’accusa di violenza privata per un sit-in pacifico ai cancelli della Acca srl nel giorno successivo all’ennesimo agguato a colpi di spranghe”. Toscano sottolinea il sacrificio degli operai che hanno trovato il coraggio di iscriversi al sindacato e di lottare per i loro diritti: “Oltre che punire i mandanti delle violenze, questa città dovrebbe fare una statua a questi lavoratori. Al loro coraggio e al loro esempio, per non aver mai abbandonato la lotta per diritti nemmeno dopo essere diventati per più di un anno bersagli di spedizioni punitive e paramafiose. Hanno invece scelto, con il sostegno del Sudd Cobas, di resistere e portare in fondo la lotta per il rispetto del contratto e degli orari di lavoro, contro il caporalato ed il lavoro nero. Dopo aver ottenuto condizioni umane di lavoro per sé, hanno continuato la battaglia per i diritti dei propri colleghi. Grazie alla loro resistenza decine di loro hanno ottenuto nell’ultimo anno un contratto regolare e diritti”. (nadia tarantino)

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