Ancora disordini ieri sera, venerdì 17 gennaio, all’interno del carcere della Dogaia di Prato. Due detenuti di nazionalità magrebina, ristretti nella sezione ex polo universitario, hanno tentato di appiccare il fuoco all’interno della cella creando disordini e mettendo a repentaglio la sicurezza dell’istituto. Grazie al tempestivo intervento degli agenti di polizia penitenziaria si è escluso il peggio, ma è solo grazie ai dispositivi di protezione individuale dati in dotazione al personale che non è stato necessario ricorrere alle cure di pronto soccorso. I due detenuti, dopo aver divelto le finestre e ricavato con le stesse alcune spranghe di ferro e aver recuperato alcune lame rudimentali e incendiato alcune bombolette di gas hanno aspettato l’arrivo degli operatori per poi aggredirli. Gli universitari, che seguono i corsi, sono stati trasferiti in una saletta della media sicurezza. I disordini erano iniziati nella mattinata quando i due avevano danneggiato l’impianto idrico della struttura tanto da costringere l’area sanitaria a sgomberare una parte dei propri uffici a causa delle infiltrazioni d’acqua. Agenti e personale, che quotidianamente denunciano quanto succede tra le mura del carcere, sono esasperati e continuano a chiedere maggiori tutele e il miglioramento delle condizioni lavorative di tutti gli operanti all’interno della struttura che supera quota 630 detenuti. Molti dei reclusi, secondo quanto denunciato, sono arrivati a Prato dopo aver creato disordini altrove. Nella struttura mancano ancora un comandante e un direttore titolare, capaci di dare linee guida fondamentali, e la situazione sembra ormai inarrestabile.
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