Altri guai per il tenente colonnello Sergio Turini e per l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci: a entrambi è stata notificata una nuova misura di arresti domiciliari e stavolta l’ipotesi di reato è tentata concussione. Per l’ormai ex comandante della Compagnia dei carabinieri di Prato e per l’amministratore delegato del Gruppo Colle, arrestati lo scorso 30 maggio nell’ambito di uno stralcio di un’inchiesta della Dda di Firenze, la lista delle contestazioni si allunga con un episodio che risale a un paio di giorni prima dell’intervento dei magistrati e che riguarda le presunte pressioni che il militare avrebbe fatto su una coppia di commercianti per indurli a vendere un terreno a Cantagallo. Presunte pressioni che, secondo il convincimento dell’accusa, sarebbero state messe in atto su istigazione dell’imprenditore che avrebbe coltivato un interesse all’acquisizione di quella proprietà. Stando alla ricostruzione, Turini si sarebbe presentato in divisa paventando il rischio di un abbattimento dei manufatti presenti in quanto troppo vicini al fiume Bisenzio.
Turini e Matteini Bresci (il primo messo in carcere e successivamente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, l’altro ai domiciliari) sono accusati a vario titolo di corruzione e accesso abusivo al sistema informativo in uso alle forze dell’ordine. Secondo i titolari dell’inchiesta, il carabiniere avrebbe più volte passato informazioni all’amico imprenditore in cambio di un viaggio negli Usa per il figlio. Accuse che tutti e due gli indagati hanno respinto con forza ma di fronte alle quali anche il tribunale del Riesame ha confermato i provvedimenti di custodia cautelare.
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