Un’altra brutta pagina per il comando provinciale dei carabinieri di Prato. Tre militari, di cui uno non più in servizio, e un avvocato indagati dalla procura di Prato in due distinte inchieste. A darne notizia è il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, che ha spiegato come per uno dei due fascicoli, che contesta i reati di peculato, truffa aggravata e falso ideologico nei confronti dell’ex comandante della compagnia Sergio Turini, già arrestato e condannato perché coinvolto in uno scambio di favori con l’amico imprenditore Riccardo Matteini Bresci, anche lui arrestato e condannato, sia già stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. L’altra inchiesta, invece, è ancora aperta e contesta il reato di violazione del segreto ad un luogotenente e ad un avvocato pratese.
L’inchiesta già arrivata a conclusione riguarda fatti commessi tra ottobre 2023 e giugno 2024 dall’allora comandante della compagnia Turini. A suo carico, secondo quanto comunica il procuratore, “è emerso l’utilizzo di automezzi per esigenze dei propri familiari, per incontrare imprenditori cinesi fuori dalle esigenze di servizio, per raccogliere regalie da parte di titolari di aziende vinicole”. Con lui è finito nei guai un luogotenente per il quale la procura ha ipotizzato “condotte truffaldine e di predisposizione di atti falsi per far risultare, contrariamente al vero, di aver partecipato a riunioni dell’organo di rappresentanza sindacale denominato Cobar e ottenere un ingiusto profitto patrimoniale, così allontanandosi almeno in undici occasioni ingiustificatamente dal reparto di appartenenza. Un profitto – spiega ancora la procura – consistente nel regolare la corresponsione della retribuzione e nel rimborso delle spese di viaggio, in assenza della corrispondente prestazione lavorativa e, perciò, in danno dell’Arma dei carabinieri”. E’ stata la guardia di finanza a notificare l’avviso di conclusione indagini a Turini e al luogotenente che è “attualmente è in servizio a Prato con incarico di comando”.
La seconda inchiesta riguarda, come detto, un altro luogotenente e un avvocato. Secondo l’accusa, il militare avrebbe “disvelato l’indagine relativa al tentato omicidio avvenuto il 26 gennaio scorso all’interno di una azienda gestita da cinesi”. Il tentato omicidio è quello che si è consumato all’interno di Arte Stampa, la ditta in via Pistoiese poi sequestrata e il cui titolare è finito agli arresti assieme al suo braccio destro. La procura spiega che la rivelazione del segreto sarebbe avvenuta “su istigazione di un legale pratese, anch’egli indagato, che non risultava essere difensore della persona individuata quale autore del tentato omicidio”.
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