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“No ai lavoratori fantasma”, a Prato la Carovana Uil contro sfruttamento, precariato e morti bianche. In piazza anche la mamma di Luana D’Orazio


Per due giorni, in piazza delle Carceri, l'iniziativa del sindacato che si batte per 'zero morti sul lavoro' e per l'affermazione di diritti e tutele. Al centro anche altri temi: sanità, crisi economica e industriale, immigrazione. Manifesto dell'evento il volto di Luana disegnato su una tela che è stata regalata al segretario generale del sindacato


Nadia Tarantino
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In Toscana sono 140mila i lavoratori irregolari, 250mila quelli che non arrivano a mille euro netti al mese, 8 su 10 quelli a cui viene proposto un contratto atipico. Numeri che raccontano un mondo del lavoro che impoverisce chi lo alimenta. La Carovana Uil, arrivata oggi in piazza delle Carceri a Prato per la due giorni di ‘No ai lavoratori fantasma’, iniziativa nazionale contro sfruttamento, lavoro nero e precariato, ha chiamato a raccolta la Toscana del lavoro, i pensionati e le istituzioni per approfondire e confrontarsi sui temi di più stretta attualità. Che sono sì quelli legati al lavoro, ma anche sanità, immigrazione, crisi economica ed industriale. E le vittime: ancora tante, troppe morti bianche. In piazza l’abbraccio tra il segretario generale Pierpaolo Bombardieri e Emma Marrazzo, mamma di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta il 3 maggio 2021 inghiottita dall’orditoio al quale era addetta. “In questi quattro anni – ha detto Emma Marrazzo stringendo tra le mani una tela con disegnato il volto sorridente di Luana – non è cambiato niente. Sul lavoro e di lavoro si continua a morire. Si trovano soldi per tutto ma non per la sicurezza dei lavoratori”.
Il volto di Luana è diventato il manifesto della Carovana Uil ed è il regalo che mamma Emma ha fatto a Bombardieri. “Siamo a Prato per due motivi – le parole del segretario generale – per chiedere una volta di più zero morti sul lavoro attraverso misure che salvino la vita delle persone, e per dare la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime che dopo le tragedie vengono lasciate sole. Essere accanto alla mamma di Luana significa essere simbolicamente accanto a chiunque piange un affetto”.
A porre l’accento sulla strage dei morti sul lavoro è stato anche il segretario regionale, Paolo Fantappiè: “Nel 2024, rispetto all’anno precedente, in Toscana ci sono state 14 vittime in più ed è anche per questo che la Uil celebrerà il Primo Maggio a Prato”.
La due giorni è un insieme di dibattiti, incontri, analisi sul lavoro e sulla condizione dei lavoratori. “Avere un normale contratto significa avere una vita normale – ha detto Bombardieri – troppi sfruttati, troppi irregolari: bisogna fare di più a livello governativo e a livello regionale”.
Altri numeri: 220mila toscani che non hanno soldi per curarsi e chi può accedere alla sanità privata ha già speso 3 miliardi e intanto mancano 5mila operatori sanitari. “La Regione deve fare di più – il commento di Fantappiè – ma qui mancano risorse, mancano soldi”.
Dalla sanità alle tariffe ed è ancora il segretario toscano della Uil a fornire il quadro: “La Tari a Pisa  è la più cara in Italia e ci sono altre province che non stanno meglio. Bisogna ripartire dal lavoro”.
A Prato anche una rappresentanza dei 299 lavoratori condannati dalla chiusura dello stabilimento Beko a Siena. A loro il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha rinnovato l’impegno a tenere alta l’attenzione sulla vertenza.
Di diritti, di tutele, di lavoro sano hanno parlato anche il vicesindaco di Prato, Simone Faggi, e il presidente della Provincia, Simone Calamai. (nadia tarantino)

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