Nel 2023, rispetto al 2022, a Prato sono calate sia il numero delle richieste degli sfratti (-11,08%) sia la loro esecuzione (-22,07% ). I dati, diffusi dal ministero dell’Interno, collocano la provincia rispettivamente al terzo posto su scala regionale con 779 richieste di esecuzione, al secondo per sfratti già eseguiti con forza pubblica (233), mentre raggiunge il quinto per quanto riguarda le nuove convalide di sfratto pari a 228 (-0,86%).
“Questi dati apparentemente positivi – spiega Davide Innocenti segretario Sunia Prato – in realtà non lo sono, in quanto registrano una diminuzione del numero di contratti di locazione come conseguenza del fatto che si è ridotta l’offerta di immobili per la locazione di lungo periodo per l’effetto del proliferare degli affitti turistici. Dal 2018 al 2023 i contratti di locazione con formula 4+4 o 3+2 , infatti, sono passati da 394 a 194″.
In particolare nell’anno che si è appena concluso, nella provincia le offerte di affitti brevi comparse sulle piattaforme sono state 390 di cui 223 nel capoluogo e di questi il 64% riguarda appartamenti all’interno di condomini, mentre le case non occupate da nuclei familiari sono 7mila, ma il 6% risulta destinato ad affitti brevi. (dati Ade)
“Siamo preoccupati – continua Innocenti – perché l’aumento del 1% di affitti brevi determina una aumento del prezzo delle locazioni di circa il 6% e nell’ottica di una riduzione del numero di alloggi destinati all’affitto residenziale che riduce l’offerta di alloggi in locazione contribuendo all’accrescere del disagio abitativo nella nostra provincia”.
Tornando ai dati nel 2023 gli sfratti per fine contratto a Prato sono stati 4 e 25 nel resto della provincia, mentre per morosità o altre cause rispettivamente 148 e 51. “Nelle prossime settimane – conclude Innocenti – lanceremo una nuova campagna legata alle politiche abitative con l’obiettivo di radunare intorno a un tavolo tutti gli attori dai rappresentanti dei proprietari a quelli degli affittuari, ma anche del terzo settore. Utilizzeremo il modello che ha portato negli scorsi giorni a ridefinire gli accordi territoriali, basato sul metodo del confronto e della concertazione”.
alessandra agrati
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