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Morto don Giovanni Finocchi, per 34 anni missionario in Ecuador per la Diocesi di Prato insieme al fratello don Luca


Il sacerdote aveva 67 anni ed era rientrato in città per sottoporsi ad un intervento chirurgico. Il suo impegno a favore delle popolazioni povere del paese sudamericano dove recentemente aveva aperto una nuova parrocchia a Esperanza


Claudio Vannacci


È morto don Giovanni Finocchi, sacerdote missionario fidei donum della Diocesi di Prato in Ecuador. Aveva 67 anni ed è deceduto all’ospedale Santo Stefano a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Don Giovanni era tornato da qualche settimana in città per compiere una operazione al ginocchio, ma aveva un quadro clinico complessivo molto fragile che lo ha portato in modo veloce e anche inaspettato alla morte. L’estrema unzione in ospedale gli è stata impartita dal fratello sacerdote don Luca, col quale aveva condiviso oltre trent’anni di esperienza missionaria in America Latina.
La notizia della sua morte è arrivata proprio mentre il vescovo Giovanni Nerbini stava per iniziare un momento di preghiera per la salute di Papa Francesco. “Lo ricordiamo e ringraziamo il Signore per il servizio che don Giovanni ha reso alla nostra Chiesa e a quella in Ecuador, portato avanti sempre con amore per l’Eucarestia e i poveri”, ha detto monsignor Nerbini.
Ordinato dal vescovo Pietro Fiordelli nel 1988, don Giovanni Finocchi raggiunse in Ecuador il fratello don Luca nel 1991 e con lui aveva dato vita a un sodalizio missionario che durava da oltre trent’anni. Il loro viaggio era iniziato ad Atacames, era proseguito a Montalvo e attualmente era arrivato nella parrocchia di San Critobal a Quevedo, una realtà di 35mila abitanti. Poi, come molti sacerdoti della zona, curava delle piccole comunità pastorali distanti dalla grande città e bisognose di un punto di riferimento spirituale. Tra gli ultimi impegni c’è stato quello di aprire una nuova parrocchia a Esperanza, dove è sorta una chiesa.
“Uno dei motivi fondamentali per i quali siamo in missione in Ecuador – ha detto don Giovanni in una recente intervista a Toscana Oggi – è perché ci sono pochi sacerdoti e il sacerdote è quello che deve aiutare la gente a rendere grazie. Eucarestia vuol dire appunto rendimento di grazie e quando celebriamo insieme alla gente non facciamo altro che rispondere alla chiamata di Dio”.
A Prato la vocazione di don Giovanni, come quella del fratello, era nata all’interno della Comunità Cristiana di Sant’Anna, guidata da monsignor Carlo Stancari, poi era arrivata l’ordinazione sacerdotale, il primo incarico di vice parroco a Galcetello e la decisione di partire in missione. Nel loro servizio missionario i due sacerdoti pratesi sono sostenuti dalla Diocesi di Prato e dal gruppo Marimba della parrocchia di Santa Maria delle Carceri. Nel 2022 hanno ricevuto la visita del vescovo Giovanni Nerbini, il quale ha rinnovato la vicinanza e l’affetto per il prezioso servizio che svolgono a favore delle popolazione. Don Giovanni sarà esposto da oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa di Santa Maria delle Carceri. Questa sera alle 21,15 si tiene la recita del rosario in suffragio. Il funerale sarà celebrato domani, mercoledì 26 febbraio, alle 15,30 in cattedrale. Presiede il vescovo Giovanni Nerbini.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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