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Morte Luana, i titolari della giovane non testimonieranno più al processo contro il manutentore


Marito e moglie hanno già patteggiato la pena per il tragico infortunio sul lavoro ma erano stati chiamati come testi dalle parti civili


Nadia Tarantino


I titolari di Luana D’Orazio, Luana Coppini e Daniele Faggi, non siederanno sul banco dei testimoni nel processo a carico di Mario Cusimano, il manutentore accusato di aver avuto un ruolo nella rimozione delle protezioni dall’orditoio che il 3 maggio 2021 agganciò e inghiottì l’operaia e mamma di appena 22 anni. Un vero colpo di scena, certamente l’unica notizia degna di nota uscita dall’udienza di oggi, giovedì 24 ottobre. I due imprenditori, dunque, non torneranno di nuovo in tribunale per la morte della giovane nella loro orditura a Oste: conti chiusi a ottobre di due anni fa con il patteggiamento rispettivamente a 2 anni e a un anno e 6 mesi per omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche (avvocati Alberto Rocca e Barbara Mercuri).
Il giudice Iacopo Santinelli, subentrato alla collega Francesca Del Vecchio passata alle funzioni di giudice delle indagini e delle udienze preliminari, ha fatto il punto con il pubblico ministero Vincenzo Nitti, con la difesa di Cusimano (avvocato Melissa Stefanacci) e con le parti civili (i genitori della vittima assistiti dall’avvocato Daniela Fontaneto, l’Inail con l’avvocato Giuseppe Quartararo oggi sostituito dal collega Andrea Logli che assiste la Femca Cisl Prato, Anmil con l’avvocato Roberta Roviello). Oltre ad aver raccolto il consenso ad acquisire l’istruttoria già fatta (al contrario il processo sarebbe ripartito dall’inizio), il giudice ha messo mano anche alla lista dei testimoni chiedendo conferma della sforbiciata già operata (solo quelli citati dalla famiglia di Luana D’Orazio sono scesi da 34 a 4). Tra i nomi depennati anche quelli di Luana Coppini e Daniele Faggi che si sono sempre detti estranei alle manovre fatte sull’orditoio.
Mario Cusimano, a differenza  dei coniugi, ha scelto il dibattimento per scrollarsi di dosso la pesantissima accusa di aver operato manomissioni sul sistema di protezione dell’orditoio al quale era addetta la giovane operaia. Sarà il processo a dire chi ha ordinato e chi ha eseguito la manovra che l’accusa ha contestato dal primo minuto dopo l’infortunio mortale. (nt)

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