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Morte del ciclista Iannelli, il tribunale condanna gli organizzatori della gara: un milione di risarcimento alla famiglia


Sentenza del giudice civile di Alessandria che ha riconosciuto responsabilità nella caduta del ventiduenne pratese nella volata finale dell'87° Circuito Molinese


Nadia Tarantino
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La giustizia civile è arrivata: un milione e 100mila euro di risarcimento alla famiglia di Giovanni Iannelli, il ciclista pratese di 22 anni morto per la caduta nella volata finale della gara a cui stava partecipando, a Molino dei Torti, nell’alessandrino. A quasi cinque anni dalla tragedia – era il 5 ottobre 2019 – il tribunale di Alessandria ha riconosciuto la ‘negligenza’ degli organizzatori della gara. Giovanni Iannelli, promessa del ciclismo italiano, tesserato della Hato Green Tea Beer di San Giusto, andò a finire contro il pilastro di un cancello a lato della carreggiata. Mancavano 144 metri all’arrivo. Il ventiduenne morì dopo due giorni di agonia: troppo gravi le ferite riportate alla testa.
Una vicenda che non è mai sfociata in un processo: tutto si è fermato al termine dell’udienza preliminare che ha escluso qualsiasi responsabilità penale. Il procedimento civile ha fatto un altro corso e ha preso un’altra piega. La famiglia del giovane ciclista sarà risarcita con un milione e 100mila euro dalla società che organizzò la corsa, già condannata dal tribunale federale del ciclismo ad una censura con ammenda di mille euro.
Il tribunale civile di Alessandria ha punito le negligenze nell’organizzazione: “Il tratto di arrivo della gara di Molino dei Torti – dice la sentenza – proprio per la conformazione della strada in quel punto e per le caratteristiche della competizione destinata a terminare con i ciclisti in volata a ranghi compatti, lanciati a velocità impressionanti, avrebbe dovuto essere considerato dagli organizzatori alla stregua di un potenziale punto di caduta, altrettanto vulnerabile come le curve strette e i restringimenti richiamati dalla norma regolamentare”.
La famiglia Iannelli non si è mai arresa. Il padre del giovane ciclista, Carlo, avvocato e per anni presidente della Ciclistica pratese 1927, non si è fermato davanti a nessuna archiviazione. E lo ha ribadito anche sui social, dopo la sentenza del tribunale civile davanti al quale hanno discusso, per la famiglia Iannelli, gli avvocati Stefano Bacci e Margherita Rindi .

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