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Montemurlo ha la via Luana D’Orazio. La mamma al ministro Calderone: “Serve fare di più, le morti non diminuiscono”


L'esponente del governo presente all'intitolazione della strada alla giovane madre morta nell'orditura quattro anni fa. Il sindaco Calamai: "Questa strada sia monito per tutti a impegnarsi concretamente"


Claudio Vannacci


Luana D’Orazio, la giovane madre morta il 3 maggio 2021 mentre lavorava in un’orditura di Montemurlo, ha una strada a lei dedicata. La cerimonia si è svolta significativamente proprio oggi, Primo Maggio, a Montemurlo, alla presenza delle autorità, guidate dal ministro del Lavoro Marina Calderone che ha voluto aprire il suo intervento con un pensiero per la madre di Luana, che da quattro anni sta lottando in nome della figlia. “Quello che è accaduto a Emma Marrazzo è l’incubo di tutte le mamme e di tutte le nonne, lo dico da mamma e da nonna”.

Una lotta quella di Emma Marrazzo, fatta non solo e non tanto per la sua Luana, ma per evitare che altre mamme debbano vivere la stessa tragedia. “Ministra la stimo e l’ammiro – ha detto la madre di Luana -, la capisco e la comprendo anche perché non è nemmeno facile però serve fare di più perché le morti non diminuiscono”.

A Emma Marrazzo è stata consegnata anche una targa del Senato dalla vicepresidente Maria Domenica Castellone, presente alla cerimonia a cui ha preso parte, oltre alla ministra Marina Calderone, la presidente della Commissione parlamentare sulle condizioni di lavoro in Italia Chiara Gribaudo, il prefetto di Prato Michela La Iacona, il segretario generale della Uil Pier Paolo Bombardieri, il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, oltre chiaramente al sindaco di Montemurlo Simone Calamai.

A tutte le istituzioni, alle forze dell’ordine e a quanti sono stati vicini a lei e alla sua famiglia, alla nipote Ilaria che ha chiesto al sindaco che la strada fosse intitolata a Luana, Emma Marrazzo ha rivolto un ringraziamento così come al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, raccontando di una telefonata ricevuta dal Quirinale e di un invito per il 2 giugno. “La storia di Luana ormai l’ho gridata al mondo intero – ha detto qancora Emma Marrazzo -, sappiamo tutti come è morta ma non è una morte bianca, non ci sto a definirla così: è una morte che ha tanto sangue, non solo quello di mia figlia, ma anche di me mamma, di mio figlio, del ragazzo, dei cugini”.

La cerimonia è stata aperta dal sindaco Simone Calamai che ha sottolineato più volte la richiesta di “un lavoro buono, giusto e sicuro”, ha citato la determinazione della famiglia di Luana e ringraziato la prefetta Michela La Iacona: “Ha consentito che la volontà di intitolare la strada a Luana si potesse concretizzare con una concessione autorizzatoria prima della scadenza dei 10 anni previsti per legge, gesto attenzione che certifica l’impegno congiunto di tutte le istituzioni”.    

Calamai ha poi citato Sabri Jaballah, morto a 22 anni nel febbraio 2021 in una ditta tessile di Montale, “anche lui uno dei volti migliori di una gioventù che non spara nelle piazze a coetanei”, e ancora Giuseppe Siino morto nel settembre 2021 stritolato dagli ingranaggi di un macchinario a Campi Bisenzio, Gianni Gesualdi morto folgorato nel luglio 2022″ e ancora le cinque vittime del crollo nel cantiere Esselunga a Firenze del 16 febbraio 2024, le vittime di Suviana e i 5 morti per l’esplosione al deposito Eni a Calenzano a dicembre e tutte le altre vittime sul lavoro. “Questa strada – ha concluso calamai – è un monito per tutti noi a impegnarsi concretamente, e anche tutti insieme, perché la sicurezza sul lavoro sia una priorità assoluta, non un costo”.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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