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“Ministro, ci restituisca il BuzziLab”: l’appello firmato da imprenditori e privati cittadini per salvare il laboratorio


In tre giorni in tanti si sono recati nello studio dell’avvocato Aldo Godi, incaricato di raccogliere e protocollare le firme, e oggi la lettera è stata inviata a Valditara


Alessandra Agrati


“Signor Ministro, contiamo su di Lei: ci restituisca il ‘nostro’ Buzzi. I danni che si sono determinati ormai sono storia e, al di là dell’eventuale – e da noi auspicato – riconoscimento in sede giudiziaria, almeno per quanto riguarda le vicende del BuzziLab, indietro non si può tornare. Ma per il futuro si può fare molto, attuando una radicale discontinuità nella gestione, che dovrebbe tornare a essere più rispettosa delle peculiarità e dell’identità della scuola, oltre che più coerente con la fisionomia, i bisogni e lo spirito del territorio.”
Con queste parole si conclude la lettera inviata oggi, 7 agosto, al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. A firmarla, oltre cento tra imprese e cittadini pratesi. In appena tre giorni – o meglio, tre pomeriggi – in tanti si sono recati nello studio dell’avvocato Aldo Godi, incaricato di raccogliere e protocollare le firme. Anche chi era all’estero, in pieno periodo estivo, ha partecipato con firma digitale via Pec, a dimostrazione dell’interesse profondo verso l’iniziativa.
Tra i firmatari figurano nomi importanti del distretto, tra i quali Fabia Romagnoli, presidente di Confindustria Toscana Nord, e Moreno Vignolini, presidente di Confartigianato Moda, entrambi firmatari a titolo personale. Accanto a loro, anche imprenditori della grande distribuzione e di altri settori, tutti uniti da un appello comune: salvare il BuzziLab.
Il ministro è già stato informato dell’imminente arrivo della lettera, grazie al sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, da sempre vicino alla questione.
“Sono temi che non possono né essere dimenticati né ignorati. Il danno causato dalla chiusura del laboratorio al distretto tessile, alla scuola e alla città è stato devastante – commenta l’avvocato Godi –. Questa lettera rappresenta un ulteriore segnale, non solo da parte del distretto tessile, ma da tutto il mondo imprenditoriale pratese.”
Ora la palla passa al Ministero, da cui si attende una risposta che possa aprire la strada a un nuovo futuro per il Buzzi e il suo laboratorio.

Ecco il testo integrale della lettera
Gentilissimo Ministro Giuseppe Valditara,
gli scriventi, personalmente ma anche in rappresentanza delle rispettive aziende, desiderano portare alla Sua attenzione la propria insoddisfazione in relazione alla conduzione dell’Istituto Tecnico Statale “Tullio Buzzi” di Prato.
La scuola è un cardine fondamentale sia del sistema educativo che dell’economia del territorio: per il distretto tessile pratese – il più grande d’Europa con 2.300 imprese, 18.000 addetti e un valore della produzione che supera i 3 miliardi di euro – l’istituto Buzzi è una risorsa irrinunciabile, la fonte delle competenze necessarie per portare avanti l’attività produttiva.
Ma è anche qualcosa di più: un punto di riferimento identitario, un’istituzione a cui Prato è legata da un rapporto che non esitiamo a definire di amore.
Ebbene, negli ultimi 6 anni l’amore di Prato per questa scuola è stato messo a dura prova. Il trauma è arrivato con la chiusura improvvisa del laboratorio di analisi tessili conto terzi, il BuzziLab, nel settembre 2019: un atto, coinciso con il ricambio della dirigenza della scuola (è avvenuto lo stesso giorno dell’insediamento del nuovo Dirigente, ancora oggi in carica)
che ha creato danni incalcolabili alle imprese che contavano su un servizio ormai consolidato, alimentato – peraltro – dalle imprese stesse attraverso collaborazioni e donazioni.
Anche questa attività scolastica, infatti, era oggetto, come tanti altri progetti e funzioni del Buzzi, di attenzioni forti e continuative da parte della comunità pratese. Danni altrettanto gravi sono stati procurati, a seguito della chiusura del laboratorio, alla scuola stessa: BuzziLab, anche grazie alle attività conto terzi, ha rappresentato per molti anni un modello di efficace sinergia tra la scuola e il sistema produttivo locale, riuscendo a dotarsi dei macchinari più all’avanguardia nel settore. Negli ultimi 5 anni prima della chiusura, BuzziLab ha prodotto entrate nelle casse dell’istituto per 7,3 milioni di euro,
effettuando, tra le altre cose, verifiche, analisi e consulenze gratuite per Tribunali, Agenzia delle Dogane, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e Forze dell’Ordine di tutta Italia.
Una risorsa spazzata via e mai più pienamente recuperata. Il laboratorio è stato poi sì riavviato, ma senza alcuna ambizione di eccellenza; la sua attività è ripartita, ma quando ormai erano venuti meno tutti gli accreditamenti e quando le figure tecniche che lo avevano reso un modello di efficienza non erano più disponibili. In sostanza, quando le condizioni
ottimali per lo svolgimento del suo servizio erano ormai andate perdute. Il tutto per presunte irregolarità, smentite in sede giudiziaria: la Corte dei Conti Sezione Seconda Giurisdizionale Centrale di Appello, con la sentenza 170/2025 depositata il 22
luglio 2025, ha stabilito la piena legittimità dell’operato degli organi scolastici nell’istituzione e nella conduzione del laboratorio.
Tale pronuncia è conseguente all’impugnazione da parte della Procura Regionale Toscana della sentenza della Corte dei Conti sez. Toscana n.269/2023, resa all’esito del giudizio promosso dalla medesima Procura nei confronti del precedente Dirigente
Scolastico, di due professori e di un funzionario amministrativo. Molti dei sottoscrittori di questa lettera, assieme a numerosi altri colleghi, hanno anche firmato un esposto alla Corte dei Conti – ben prima della sentenza finale di cui è fatta
menzione, ma ancor più appropriata alla luce di quest’ultima – per denunciare i danni provocati dalla chiusura del laboratorio.
Quell’atto ingiustificato è stato il primo di un “nuovo corso” nella gestione della scuola che l’ha sfigurata e svilita.
Non è più il “nostro” Buzzi, nonostante l’impegno grande e intelligente dei docenti e l’entusiasmo degli studenti. Nonostante, anche, la disponibilità che il sistema delle imprese ha continuato a manifestare e a concretizzare verso la scuola, senza tirarsi indietro di fronte a un clima che non piaceva ma che si è tentato – per quanto fosse un obiettivo impossibile in quel contesto – di riportare a quello di tempi migliori.
Signor Ministro, contiamo su di Lei: ci restituisca il “nostro” Buzzi. I danni che si sono determinati ormai sono storia e, al di là dell’eventuale e da noi auspicato riconoscimento dei danni in sede giudiziaria almeno per le vicende del BuzziLab, indietro
non si può tornare. Ma per il futuro si può fare molto, attuando una radicale discontinuità nella gestione, che dovrebbe tornare a essere più rispettosa delle peculiarità e dell’identità della scuola, oltre che più coerente con la fisionomia, i bisogni e lo spirito del territorio.
Certi della Sua attenzione, Le porgiamo i migliori saluti.
Prato, 6 agosto 2025

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