Gesù non è «una storia del passato, un reperto archeologico» e il suo messaggio «di tolleranza, accoglienza, altruismo ci è ancora più necessario per costruire una società articolata e complessa come la nostra dove le diversità rischiano di diventare conflitti e chiusure, e gli interessi di una parte il terreno di conflitto con gli altri». Lo ha detto il vescovo Giovanni Nerbini al termine della solenne messa del Corpus Domini, celebrata ieri sera, giovedì 30 maggio, in cattedrale e non piazza Duomo come previsto. La pioggia battente caduta su Prato ha annullato la tradizionale processione per le strade del centro storico.
In tanti hanno partecipato alla funzione, circa novecento persone, tanto che anche le navate della cattedrale erano piene di fedeli. Nelle prime panche erano presenti le autorità civili della città e i rappresentanti delle forze dell’ordine. Il Comune era rappresentato dal presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti, vicino a lui il prefetto Michela La Iacona e il questore Pasquale Antonio De Lorenzo. Folta la presenza dei rappresentanti delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti. Una solennità, quella del Corpus Domini, che a Prato è sempre stata molto sentita e partecipata.
Durante la funzione il vescovo ha annunciato la presenza a Prato, dal 14 al 16 giugno, di tremila piccoli scout Agesci, lupetti e coccinelle, provenienti da tutta la Toscana per il loro raduno regionale: “Mi piacerebbe potessero tornare a casa raccontando delle bellezze della nostra città, della sua singolare composizione sociale, ma soprattutto del suo calore e della sua capacità di accoglienza, quella che Gesù mostro proprio verso i bambini con grande meraviglia dei suoi discepoli”, ha concluso monsignor Nerbini.
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