Un conto è un comprensorio industriale, un conto è un polo commerciale all’ingrosso di rilevanza addirittura europea. Un conto è un insieme di fabbriche che producono abbigliamento, un conto è una carrellata di centinaia di vetrine che l’abbigliamento lo vendono richiamando clienti da tutta Italia, da Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Grecia, Olanda e via dicendo: una differenza sostanziale in termini di volumi di traffico e si sa che più è l’afflusso di veicoli più le infrastrutture necessitano di interventi di riqualificazione e manutenzione. Anche il Consiglio di Stato ha respinto le lamentele del Conser, il consorzio formato dai proprietari immobiliari del Macrolotto 1, che da più di sei anni è in guerra con il Comune di Prato che ha aumentato del 90 per cento il contributo dovuto per gli interventi sul patrimonio esistente.
Come già il Tar della Toscana, anche il Consiglio di Stato ha riconosciuto le ragioni del Comune stabilendo, per dirla in poche parole, che se il profilo economico di una zona cambia al punto di produrre rilevanti ripercussioni economiche dovute a riqualificazione e manutenzione, queste non possono essere solo un problema delle casse pubbliche. Causa chiusa e persa per il consorzio condannato a pagare ottomila euro di spese di giudizio in favore della controparte.
Gli avvocati del Comune – Elena Bartalesi, Paola Tognini e Stefania Logli – hanno ribattuto ai tre punti che il Consorzio del Macrolotto 1 ha messo in fila per smontare la sentenza di primo grado. E su ogni punto hanno ottenuto piena ragione: più traffico, più costi. Più soldi escono dalle casse comunali più la ragione del maggiore esborso deve contribuire.
Il Conser ha contestato il fatto che l’aumento abbia riguardato solo il Macrolotto 1 e non anche il Macrolotto 2. “Quella zona – il sunto – è nata con una destinazione pianificata all’origine per commercio all’ingrosso, centro direzionale e commerciale”.
Gli avvocati del Comune hanno anche prodotto l’elenco delle opere di urbanizzazione (attuate o programmate) necessarie per riqualificare l’area: tra gli interventi, il collegamento della seconda tangenziale sud con l’Asse delle Industrie (un milione e mezzo di euro), le compensazioni idrauliche del Calicino (un milione), la riqualificazione di via Roma (480mila euro). “La questione della riconducibilità di tali opere alle concrete ed effettive esigenze del Macrolotto 1 attiene – scrive il Consiglio di Stato – a profili di merito che rientrano nell’ambito di discrezionalità riservato al Comune”.
L’amministrazione aveva commissionato uno studio specifico per misurare l’aumento del traffico e dimostrare scientificamente la differenza tra il numero di veicoli che raggiungevano il Macrolotto 1 quando era un comprensorio produttivo e di quelli che lo raggiungono ora che è un polo commerciale all’ingrosso di levatura europea. Uno sbilanciamento talmente pesante da indurre ad un aumento, praticamente ad un raddoppio del contributo per le modifiche della destinazione d’uso. Decisione – dice il Consiglio di Stato – legittima. (nadia tarantino)
Maxiaumento oneri costruzione Macrolotto 1, anche il Consiglio di Stato dà ragione al Comune e torto a Conser
Negli ultimi 20 anni la zona ha cambiato profilo: da industriale a polo commerciale all'ingrosso. Uno stravolgimento che ha comportato un notevole aumento del traffico e un maggiore dispendio di denaro pubblico per manutenzione e riqualificazione della rete viaria. I giudici: "I proprietari dei capannoni devono contribuire di più"
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