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Manutenzione straordinaria del Buzzi, il direttore generale dell’Ufficio scolastico scrive a Calamai e Bugetti


Ernesto Pelelcchia chiede al presidente della Provincia e alla sindaca "una rapida soluzione agli ormai annosi e gravi problemi di edilizia scolastica". L'opposizione ha presentato un'interrogazione in consiglio provinciale


Alessandra Agrati


La protesta dei ragazzi del Buzzi per le condizioni in cui versa la loro scuola, oltrepassa i confini provinciali e arriva all’Ufficio scolastico regionale. Questa mattina, 22 novembre, il direttore generale Ernesto Pellecchia ha inviato una lettera al presidente della Provincia Simone Calamai, alla sindaca di Prato Ilaria Bugetti e per conoscenza al dirigente scolastico Alessandro Marinelli per chiedere di programmare urgentemente i lavori di manutenzione straordinaria “per permettere agli alunni ed al personale che vi lavora di potere usufruire di un ambiente idoneo e funzionale allo svolgimento dell’attività didattica e amministrativa. Confido, quindi, che vi sia una rapida soluzione agli ormai annosi e gravi problemi di edilizia scolastica”. Una “tirata di orecchi” quindi sia all’amministrazione comunale che è proprietaria dell’immobile, sia alla Provincia che ha competenza sulle scuole superiori e sulla gestione degli edifici. Intanto resta confermato per giovedì prossimo 26 novembre lo sciopero proclamato dagli studenti che protesteranno anche davanti alla sede della Provincia in via Ricasoli. Il 4 dicembre invece si terrà un’assemblea pubblica in aula Magna a cui sono stati invitati Calamai e Bugetti da cui dovrebbero anche emergere proposte concrete da parte del consiglio d’istituto su come gestire l’emergenza.

Sulla vicenda intervengono i Consiglieri Provinciali della Minoranza, Giovanni Sardi e Tommaso Cocci di Fratelli d’Italia e Lorenzo Santi di Forza Italia, che hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Provincia per chiedere chiarezza e interventi immediati.
“La gestione dell’Istituto – affermano i consiglieri –  rappresenta un chiaro esempio di come la politica locale degli annunci e dei rinvii stia danneggiando le eccellenze del nostro territorio. Fratelli d’Italia denuncia con forza lo stato di abbandono in cui versa una delle scuole più prestigiose della città, simbolo di formazione tecnica e pilastro del distretto industriale pratese.
Il degrado strutturale dell’Istituto – con infiltrazioni d’acqua, riscaldamento inefficiente, acqua non potabile e danni alle attrezzature di laboratorio – non è solo una vergogna amministrativa, ma un fallimento nella tutela del diritto allo studio e alla sicurezza. Gli studenti e il personale scolastico si trovano quotidianamente a fare i conti con problemi irrisolti, nonostante i bilanci provinciali siano in attivo e le segnalazioni si susseguono da oltre un anno.
Il problema è aggravato dal continuo rimpallo di responsabilità tra il Comune di Prato, proprietario dell’edificio, e la Provincia di Prato, responsabile della gestione e della manutenzione. Questa situazione di incertezza istituzionale ha contribuito a ritardare gli interventi necessari, lasciando l’Istituto in condizioni sempre più critiche.
Sulla vicenda interviene anche Federica Bini, Vice Presidente di Gioventù Nazionale di Prato: “È inaccettabile che i giovani del nostro territorio siano costretti a studiare in condizioni tanto degradate. Come rappresentanti delle nuove generazioni, chiediamo alla Provincia di dare un segnale concreto: non ci interessano più le promesse, vogliamo soluzioni immediate per garantire a studenti e docenti un ambiente sicuro e dignitoso. Il futuro della nostra città passa anche dalla cura che riserviamo alla sua formazione tecnica e professionale. Siamo a fianco degli studenti che protestano e sosteniamo le loro richieste per un’istruzione in condizioni dignitose.”
Fratelli d’Italia, insieme alle altre forze politiche di opposizione, continuerà a monitorare la situazione e a chiedere con determinazione che la Provincia affronti le sue responsabilità, adottando misure concrete per risolvere i gravi problemi che affliggono l’Istituto Buzzi. È tempo di agire e restituire a questa scuola il rispetto che merita.

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