L’ultima ondata di maltempo con codice rosso in vigore dalla mattina di venerdì alla notte tra sabato e domenica è passata lasciando qualche conseguenza ma nulla in confronto al 2 novembre 2023 e agli eventi di settembre e novembre 2024. Preoccupazioni e timori per i livelli dei corsi d’acqua che per ore hanno continuato a salire senza però obbligare l’adozione di misure speciali. Alla fine, guardando anche e soprattutto ai territori vicini e considerando la lunga allerta rossa, una tra le più durature che si ricordi, la conta dei danni è contenuta. “In 24 ore – dice Simone Faggi, vicesindaco e assessore alla Protezione civile – sono caduti 95 millimetri, assai meno, molto meno che a novembre 2023 quando la quantità copiosa di pioggia si concentrò in un arco temporale ristrettissimo”. Un po’ merito del cielo e un po’ merito degli interventi che nel corso del tempo sono stati fatti sul territorio per scongiurare un nuovo disastro: una buona combinazione, almeno stavolta. L’impermeabilità del suolo, già compromessa dalle abbondanti piogge dei giorni precedenti, ha dato problemi a macchia di leopardo: allagamenti, in alcune zone, ci sono comunque stati.
Attualmente sono in corso due interventi di ripristino importanti: “La Protezione civile regionale ha inviato pompe idrovore con più capacità e con una potenza più elevata per lo smaltimento delle acque immesse nel torrente Filimortula che si è riversato nell’area delle Cascine di Tavola – spiega Faggi – l’altro intervento, che sotto il profilo tecnico è complesso, è in via del Borrino a Figline dove il problema è l’interconnessione tra la parte pubblica e quella privata”. Tradotto: c’è un lavoro di competenza pubblica ma ce n’è un altro che compete ai proprietari dei fabbricati. L’ulteriore traduzione a ciò è che i privati devono intervenire con risorse proprie: ”Serve un dialogo maggiore e questo è un compito del Comune – dice il vicesindaco – sono in corso valutazioni su cosa fare e, riguardo alla parte privata, ci sarà tempo e modo per esaminare le conseguenze, studiare gli adempimenti e la loro applicazione”.
La Bardena, a Figline, ha tenuto con il fiato sospeso tutti per diverse ore durante l’allerta rossa cominciando a dare segnali di sofferenza già nella notte di giovedì quando il codice del maltempo era ancora arancione. “Il livello si è alzato di molto ma per fortuna ha tenuto – spiega Simone Faggi – ha tenuto anche il Bisenzio, mentre è andato in forte difficoltà il sistema reticolare dell’Ombrone con ripercussioni sul reticolo minore nella zona sud ovest di Prato. Non ci sono stati, invece, problemi particolari per il torrente Vella nella zona nord”.
Diverse le strade chiuse perché impraticabili e i provvedimenti hanno più o meno riguardato sempre le stesse zone dove le criticità sono storicamente maggiori. “Prato – ancora il vicesindaco – ha tenuto anche perché il sistema complessivo ha funzionato consentendo di limitare eventuali danni. Resta che è determinante il fattore di dove, quanto e quanto piove: il livello previsionale, impariamo una volta di più, fa fatica a darci un quadro complessivo di quello che potrebbe accadere e avere una macchina che lavora bene è importante”. (nadia tarantino)
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