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Lotta ai tumori, la Medicina Nucleare di Prato scelta per sperimentare un nuovo radiofarmaco a scopo diagnostico


Via libera di Aifa a portare avanti la ricerca che sarà affidata al team guidato dal dottor Stelvio Sestini. Sarà possibile individuare precocemente molti tipi di tumore


Claudio Vannacci


L’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) ha autorizzato la Medicina Nucleare del Santo Stefano di Prato alla sperimentazione clinica del radiofarmaco a scopo diagnostico “68Ga-FAPI-46” ad uso Pet in pazienti oncologici. Lo studio interventistico no profit per la valutazione molecolare della attivazione dei fibroblasti e del rischio nei tumori solidi verrà condotto in collaborazione con Irccs Istituto Romagnoli per lo studio dei tumori “Dino Amadori” di Emilia Romagna. Lo studio per la Medicina Nucleare dell’ospedale pratese è stato in gran parte finanziato con il contributo della Fondazione Sandro Pitigliani, da anni impegnata nella lotta contro i tumori.
Si tratta, per vari motivi, di una importantissima conquista da parte del team diretto dal dottor Stelvio Sestini, direttore della struttura il quale spiega: “Si tratta di un radio-tracciante inibitore della proteina di attivazione dei fibroblasti associati al cancro ovvero, in parole più semplici, esso è in grado di riconoscere e legarsi in maniera selettiva a questa glicoproteina che è presente in gran quantità sulla membrana di queste cellule. Questo è molto importante -continua Sestini – perché i fibroblasti associati al cancro rappresentano circa l’80% dei fibroblasti presenti nel microambiente tumorale ed hanno un ruolo cruciale nella genesi della maggior parte dei tumori solidi come i tumori cerebrali, della mammella, del polmone o di quelli intestinali. Si tratta quindi di una metodica di imaging bio-molecolare in grado di rilevare il tumore in modo selettivo e molto precocemente”.
La tecnica di utilizzo del 68Ga-FAPI-46 è molto semplice ovvero essa si basa sulla somministrazione del radiofarmaco per via endovenosa e la successiva acquisizione di immagini della distribuzione del radiofarmaco nell’organismo umano mediante il tomografo Pet. La presenza dei fibroblasti e quindi del tumore viene visualizzata nelle immagini bio-molecolari come una area di accumulo del radiofarmaco 68Ga-FAPI-46.
“Il radiofarmaco 68Ga-FAPI-46 – aggiunge il coordinatore tecnico sanitario di radiologia medica dottor Christian Mazzeo – non è disponibile in commercio ma la sua sintesi verrà eseguita presso la Radiofarmacia della Medicina Nucleare, pesente al Santo Stefano, da parte di personale tecnico altamente qualificato. Il successo risiede proprio nel riconoscimento da parte di Aifa della capacità del nostro team di eseguire in modo corretto tutte le fasi di sintesi e di controllo del radiofarmaco, cosa a cui abbiamo lavorato per almeno un anno insieme al nostro radiochimico dottor Rino D’Agata ed alla dottoressa Elisa Landi della Task Force Aziendale Sperimentazione Clinica struttura operativa Etica e Cura, senza il cui contributo non saremmo stati in grado di finalizzare questo risultato”.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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