Utilizzare la pratica del ‘cassettinaggio’ – cioè imbucare lettere nella cassetta della posta di ciascuno condomino – per minacciare l’interruzione della fornitura di acqua a tutto il palazzo a fronte di pagamenti della bolletta solo parziali dovuti alla presenza di morosi, è una pratica commerciale aggressiva e scorretta, oltre che di condizionamento forte per i consumatori in regola con i conti. Lo aveva detto l’Antitrust nel 2019, lo avevo ripetuto il Tar del Lazio nel 2021 (leggi)e ora lo ribadisce il Consiglio di Stato che censura Publiacqua per il sistema segnalato da centinaia di utenti di Prato, Firenze, Pistoia e Arezzo a posto con i pagamenti ma ugualmente a rischio di restare con i rubinetti asciutti. Una censura che si accompagna però alla decisione di cancellare la maximulta da 2 milioni di euro (già pagata) riconoscendo un ‘vizio di forma’ originario: il ‘no’ dell’Antitrust alla richiesta avanzata da Publiacqua di formare il contraddittorio, oltre che con le carte, anche con l’audizione. Un diniego poggiato sul Regolamento sulle procedure istruttorie dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; un regolamento che l’azienda ha denunciato essere “illegittimo nella parte in cui non prevede la sostanziale doverosità dell’audizione per i procedimenti aventi ad oggetto sanzioni alle quali si debba riconoscere natura afflittiva, quantomeno se il soggetto interessato ed esposto ad una sanzione obiettivamente onerosa, ne faccia esplicita richiesta”.
E dunque? L’Antitrust è chiamata a ripartire da zero: nuovo procedimento e nuova istruttoria, stavolta con Publiacqua parte attiva. Publiacqua che ha sempre insistito su un punto: aver agito nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa e dall’Autorità di regolazione regionale. Il punto, per spiegare meglio, è che di fronte ad un condominio che ha un contatore centralizzato e che non è a posto con il pagamento delle bollette, tutti gli utenti vengono informati delle conseguenze: prima la riduzione del flusso dell’acqua, poi lo stop totale dell’erogazione. Nell’ottica di Publiacqua “un avviso di morosità nel condominio”, in quella dell’Antitrus e dei giudici amministrativi “una forzatura al pagamento”.
Dopo la maxisanzione, Publiacqua aveva annunciato un passo indietro rispetto alla sospensione del servizio in caso di morosità richiamando la potenziale conseguenza di una “crescita del fenomeno” e di un collegato rischio di un “aumento delle bollette per tutti i cittadini che pagano regolarmente”. Un passo indietro fatto di pari passo alla revisione del Regolamento del Servizio idrico integrato dell’Autorità idrica della Toscana: “A decorrere dalla data di costituzione in mora del condominio, è fatto obbligo al gestore di accettare pagamenti parziali, a condizione che questi ultimi siano effettuati in un’unica soluzione e che siano pari almeno alla metà dell’importo complessivo dovuto. L’importo dovrà essere versato nei sei mesi successivi e solo in assenza di ciò si potrà procedere alla limitazione, sospensione e disattivazione della fornitura”. A fare la differenza, hanno osservato i giudici, sono i sei mesi: “Per un semestre si paralizza l’esercizio del gestore inducendolo ad attivare le procedure di recupero forzoso del credito nei confronti dei morosi”. (nt)
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