L’Archivio di Stato cerca una nuova sede, il contratto di affitto ultra ventennale con la Fondazione Casa Pia dei Ceppi è scaduto e così è stato pubblicato un avviso di indagine immobiliare con scadenza al 14 settembre prossimo. L’immobile dovrà avere una superficie totale di circa 1.400 metri quadri, distribuita su uno o più piani e configurazione planimetrica adatta ad ospitare 3.500 ml di documentazione archivistica, uno spazio di circa 400 metri quadrati (inclusi nei circa 1400 totali) da adibire a uffici, sale di studio e zone servizi di supporto all’attività archivistica; avere un’area scoperta di pertinenza esclusiva all’immobile da adibire ad area carico/scarico e ovviamente deve essere dotato di ascensore.
Il patrimonio conservato riguarda la storia cittadina, a cominciare dagli aspetti istituzionali del governo locale e della vita associata per finire alla dimensione familiare e privata . Uno dei fondi più importanti è quello del Comune consistente in 7.294 pezzi cronologicamente compresi tra il 1237 e il 1899 dell’attività istituzionale del comune medievale , delle comunità in epoca moderna e le carte delle magistrature giudiziarie. Al suo interno si trovano però anche serie che presentano carattere di unicità, come il cosiddetto “stato civile” ovvero la registrazione – in copia dai libri di battezzati tenuti presso l’autorità ecclesiastica – delle nascite dei cittadini pratesi a partire dal 1482 (e delle morti dal 1557), con relativi indici alfabetici. Questa documentazione crea una continuità ininterrotta con lo stato civile napoleonico del 1808, fino al censimento del 1862. Tra gli archivi di enti di assistenza, da ricordare in particolare l’Archivio dell’Ospedale della Misericordia e Dolce e l’Archivio della Pia Casa dei Ceppi. Certamente il più noto fondo documentario conservato dall’Archivio di Stato di Prato è quello del mercante Francesco di Marco Datini (1335 circa – 1410) una straordinaria e ricchissima fonte per lo studio dell’organizzazione dei traffici in Europa e nel Mediterraneo tardo-medioevale.
L’Archivio di Stato ha anche una funzione didattica 7 percorsi in grado di coprire un arco cronologico che va dal Medioevo all’Età contemporanea.
Sulla questione è intervenuto Leonardo Soldi capogruppo della lista civica Gianni Cenni, Sindaco: “Il possibile trasferimento dell’Archivio di Stato dalla storica Casa di Francesco Datini sarebbe un grave impoverimento per la nostra città. Quello che forse pochi sanno è che all’interno di questo monumento, oltre all’Archivio Storico e all’Istituto di Storia Economica Francesco Datini, si svolgono attività di housing sociale. È una situazione anomala, che va superata perché questi spazi devono essere utilizzati in modo trasparente e conforme alla loro natura storica e culturale, attualizzando il testamento del Datini ai tempi moderni. La questione non è quella di perdere l’Archivio di Stato, ma di perdere la sua collocazione storica e naturale all’interno della Casa Datini, il luogo dove tutto ebbe inizio. L’archivio contiene carteggi e documenti che appartengono a questo contesto, e non può essere spostato altrove. Presenterò quindi un’interpellanza in Consiglio Comunale “
