Nascerà a Prato il nuovo centro operativo dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Sorgerà nell’area dell’ex Banci lungo la Declassata e sarà dedicato in particolare allo studio del materiale extraterrestre, a partire dai campioni di ritorno da Marte. Prato si candida quindi a diventare città leader nel campo degli studi spaziali, anche perché esistono pochissime strutture del genere in ambito internazionale. Basti pensare che Asi, oltre alla sede romana, ha solo altri due centri operativi: quello di Matera e quello di Malindi in Kenya.
La scelta dell’Asi ha privilegiato Prato che si era candidata con il Comune, in cordata con la Regione, gli atenei toscani e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Una scelta dove un ruolo determinante l’ha giocato la presenza in città del Museo di scienze planetarie, gestito dalla Fondazione Parsec, con al suo interno una ricca collezione di meteoriti.
Secondo il progetto, il Comune realizzerà la struttura del centro in collaborazione con l’Agenzia. Per fare questo è stato inserito nel bilancio comunale – come annunciato proprio oggi 4 dicembre – uno stanziamento di sei milioni di euro, di cui due milioni coperti dalla Regione Toscana.
L’area individuata è quella dell’ex Banci sia perché ben collegata che per altri requisiti legati al tipo di ricerca che sarà fatta all’interno della struttura. Per Prato significa prestigio e visibilità internazionale e allo stesso tempo una riqualificazione importante di una zona che attendeva da tempo di trovare una veste per il futuro. Secondo quanto appreso in presentazione del bilancio, il Comune realizzerà la parte esterna dell’edificio che poi sarà attrezzato e ultimato dall’Agenzia spaziale italiana. Come tempistica si parla del 2026, in tempo per la missione spaziale su Marte.
A dare il fuoco alla miccia sono stati qualche anno fa Marco Morelli e Giovanni Pratesi della Fondazione Parsec che si sono rivolti all’allora consigliera regionale Ilaria Bugetti per candidare Prato all’Asi come sede della struttura. Bugetti ha poi coinvolto il presidente della Regione Eugenio Giani e il sindaco Matteo Biffoni per valutare la fattibilità dell’idea che oggi si appresta a diventare realtà.
Soddisfatta la sindaca Ilaria Bugetti che stava lavorando al progetto già dai tempi in cui sedeva sui banchi del Consiglio regionale: “E’ qualcosa che non solo darà lustro a Prato – dice – ma che avrà anche ripercussioni importanti sull’indotto di tante aziende legate alla ricerca e apre alla collaborazione con le principali università, non solo italiane”