Una storia di coraggio, di inclusione, di pari opportunità che ha come protagoniste le persone con disabilità, le loro famiglie ma anche tanti pratesi . È con questa premessa che la Cui, sigla che sta per Cooperativa Unitaria Invalidi, festeggia 50 anni. È una delle esperienze cooperative più longeve della Toscana e il suo è stato un progetto assolutamente anticipatore per l’inclusione delle persone diversamente abili attraverso attività creative manuali.
Dal 1975 sono stati circa 250 le ragazze e i ragazzi, ma anche gli adulti, che hanno vissuto l’esperienza attiva della cooperativa, che dal 2015 si è trasferita nella nuova sede di via Reggiana. Nel centro diurno attualmente sono 60 gli utenti, dai 20 ai 70 anni con patologie differenti, che vengono accolti ogni giorno negli spazi dei tre moduli contraddistinti dai colori giallo, blu e rosso. Con loro sono impegnati 20 operatori di cui 15 soci.
L’anniversario è stato celebrato con il taglio della torta preparata dalle ragazze e dai ragazzi dell’Istituto alberghiero Datini, nel pomeriggio con un momento ufficiale nel corso della seduta del Consiglio comunale e il 18 maggio con uno spettacolo e una mostra al Politeama, promossi con Rete Insieme.
“Quello della Cui è un percorso straordinario, è nato da una intuizione assolutamente rivoluzionaria che ribaltava la prospettiva sulla disabilità – fa notare la presidente Ambra Giorgi – Non più la disabilità come vergogna o isolamento in casa o, peggio, in strutture che praticavano il puro contenimento. Abbiamo avviato progetti pionieristici sul terreno dell’inclusione sociale e delle pari opportunità, oggi proseguiamo questo percorso attraverso progetti educativi innovativi”.
Tutto comincia, dunque, dalla forza e dalla determinazione di un gruppo di genitori – artigiani, falegnami, fabbri e muratori – giustamente convinti che le loro ragazze e i loro ragazzi dovessero uscire di casa e meritare delle opportunità adeguate. Così è nata la Cui in via Targetti, nell’ex Fabbricone, come un laboratorio di falegnameria dove sono stati realizzati oggetti originalissimi, arredi di design e persino le scenografie per gli spettacoli di Luca Ronconi. La cooperativa forniva mobili al Comune per le scuole materne e gli asili nido e partecipava anche alle fiere all’estero.
“Il filo rosso che costituisce la trama della nostra esperienza di ieri, di oggi e di quella futura è il lavoro, non più declinato alle macchine ma secondo varie opzioni – sottolinea ancora Ambra Giorgi – Le giornate sono sempre scandite dal lavoro manuale, costruiamo ancora piccoli oggetti in legno, c’è poi l’orto biodinamico impiantato grazie alla collaborazione con gli studenti dell’istituto Datini, il laboratorio di ceramica le sedute di pet therapy e quelle di attività psicomotoria e della danza”. Nel futuro – con la speranza che possa presto decollare – anche un progetto di autonomia finalizzato agli inserimenti lavorativi dei ragazzi nelle aziende del territorio.
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