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La chirurgia robotica del Santo Stefano compie un anno, quasi 400 interventi in 12 mesi


L'Asl Toscana Centro ha fornito i dati sull'utilizzo della nuova strumentazione che è a disposizione di tutti i professionisti del dipartimento delle chirurgie


Eleonora Barbieri


Quasi 400 interventi nel primo anno di attività, un risultato eccezionale per la chirurgia robotica italiana che nel 2023 nelle sale del Santo Stefano quanto a numero di procedure effettuate con il robot, è andata ben oltre le stime dei professionisti fatte a inizio anno. Da quando fu impiegato la prima volta il 6 febbraio 2023, si contano oggi 318 interventi di urologia, 51 di chirurgia generale, 19 di otorinolaringoiatria per un totale di 388 casi trattati con un sistema che costituisce l’avanguardia e la più efficace alternativa agli interventi effettuati con le tecniche chirurgiche classiche: dalla ridotta degenza ospedaliera, al minore dolore post operatorio, alla più rapida ripresa con il ritorno alle normali attività.

Il robot è divenuto operativo prima in prova visione con un programma, cioè, di 40 casi per interventi di prostatectomia robotica nel corso dei quali il sistema è stato messo a punto anche a livello di procedure infermieristiche e anestesiologiche. Successivamente l’impiego del robot chirurgico è stato esteso a tutte le patologie di pertinenza urologiche ancora dopo a interventi di chirurgia generale e otorinolaringoiatria.

“Siamo estremamente orgogliosi di questo risultato che è frutto di un grande lavoro di squadra – dichiara il direttore sanitario del Santo Stefano,Maria Teresa Mechi -e desidero esprimere la mia più sincera gratitudine ai chirurghi dell’ospedale di Prato e degli altri ospedali che hanno contribuito e lavorato assieme nell’implementazione di questo approccio, agli anestesisti, agli infermieri e al personale di supporto, alla programmazione chirurgica, alle strutture amministrative, per la dedizione con la quale tutti hanno fornito un apporto insostituibile per ottenere questo successo. Ringrazio– conclude -il dottor Vignolini, direttore della Urologia, il dottor Cantafio, direttore della Chirurgia generale e il dottor Sarno, direttore della Otorinolaringoiatria per lo straordinario lavoro in team che ha rappresentato un aspetto fondamentale nel raggiungimento di questo importante traguardo”.

Collocato a Prato per la sua posizione baricentrica rispetto alla rete ospedaliera dell’Azienda sanitaria, il robot è a disposizione di tutti i professionisti del dipartimento delle chirurgie della Asl Toscana centro.

“In ogni struttura urologica aziendale è stato fatto un percorso di formazione che ho potuto seguire in prima persona– spiega Graziano Vignolini, il coordinatore dell’attività di chirurgia robotica in urologia – Il successo di questo anno nasce da un’organizzazione che ha voluto la Direzione generale e che ha consentito di poter garantire il servizio anche ai pazienti di Pistoia e Empoli. Il percorso ha previsto la formazione di un medico per centro dell’ospedale di Pistoia, Empoli e Prato con il fondamentale supporto dell’urologia di Santa Maria Annunziata diretta da Alberto Lapini e l’altrettanto importante supporto del chirurgo urologo Andrea Gavazzi, secondo una logica che è poi quella aziendale dell’integrazione fra chirurghi dei vari ospedali per interventi altamente complessi”.

Il primo intervento è stato realizzato dall’equipe di urologia di Prato a febbraio di un anno fa su un giovane paziente con tumore alla prostata. Le dimissioni del giovane paziente sono arrivate a pochi giorni dall’operazione. Successivamente sono stati eseguiti interventi di pertinenza uro-oncologica in particolare per tumore prostatico, renale e vescicale. Nel corso dell’anno il 99% delle procedure chirurgiche ha riguardato pazienti oncologici per i quali, grazie alla tecnica robotica, l’Azienda ha potuto ampliare l’offerta e dare un contributo importante all’abbattimento delle liste di attesa.

“E’ stato un percorso bello e faticoso che non avrebbe potuto registrare questi risultati senza la collaborazione degli anestesisti, degli infermieri, di tutta l’equipe di sala e del personale dei reparti– sottolinea Vignolini –Ringrazio tutti a uno a uno per il contributo importante. Non era mai successo che al primo anno di attività con il robot, un ospedale in Italia registrasse i nostri numeri”.

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