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In mostra al Pretorio la personale dell’artista pratese Fiorello Tosoni: “Prato mi ha dato la possibilità di vivere d’arte”


L'esposizione comprende circa 68 opere dell'artista conosciuto a livello nazionale e internazionale e ripercorre tutte le fasi della carriera, dagli esordi fino alla contemporaneità


Samuela Pagliara


Un repertorio di oltre sessanta opere d’arte, dipinti e disegni dell’artista pratese Fiorello Tosoni saranno esposte nelle sale di Palazzo Pretorio dal 6 dicembre al 30 marzo. La mostra personale ripercorre la lunga carriera di Tosoni, nato in città nel 1939, attraverso i suoi dipinti realizzati con tecniche miste e ad olio, i raffinati paesaggi e le delicate figure femminili che trovano spazio nelle sale al piano terra del Museo. La mostra dal titolo “Una vita per l’arte” è stata curata da Giulia Ballerini e ha come fine quello di omaggiare l’artista pratese esaltandone le sfumature e le capacità artistiche riconosciute dai critici di tutto il mondo. Tosoni, dopo una vita avventurosa in giro per il mondo è tornato a Prato e qui ha messo nuovamente in piedi il suo studio. “Sono particolarmente onorato di fare questa mostra alla fine della mia carriera, la precedente ha avuto un successo inaspettato finendo i cataloghi in poche ore. Prato mi ha sempre dato delle soddisfazioni enormi- racconta l’artista Tosoni– è la città che ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di vivere dell’arte, la mia vita all’inizio era difficile e mi mancavano i soldi per arrivare perfino a Firenze dove studiavo. Le difficoltà si susseguirono fino a quando Annigoni accettò che diventassi suo allievo dopo aver chiesto i miei disegni, più che allievo mi sono sentito un suo aiuto”.

Un maestro che opera all’antica, con uno stile tipicamente rinascimentale, ma anche perfettamente calato nel suo tempo tanto da dichiararsi  attratto dalle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale. L’ultima mostra di Tosoni a Prato risale al 1993, come spiega la curatrice Giulia Ballerini: “L’artista torna oggi in questo museo con una personale che ripercorre il suo percorso artistico, dal 1968 fino ai giorni nostri. Le opere selezionate si dividono in due sezioni- spiega Ballerini- una dedicata alle sanguigne e le tecniche miste, l’altra ai dipinti. In entrambi i campi, le opere manifestano la sapienza tecnica – invidiabile per un pittore della sua età – la qualità raffinatissima del tratto e l’accuratezza dell’operato dell’artista, un tempo lento e meditato, che eleva i disegni al pari dell’esecuzione pittorica e trasforma i dipinti nei frutti di un lavoro eseguito sempre dal vivo, proprio come per i pittori della grande tradizione figurativa”. “Con la personale di Fiorello Tosoni, il Museo di Palazzo Pretorio prosegue nel suo intento di celebrare gli artisti contemporanei della città di Prato- dichiara Manuela Fusi, direttrice scientifica del Museo di Palazzo Pretorio- Accogliere un artista e le sue opere nelle sale del museo è sempre un momento culturalmente importante. Ci si trova a contatto non solo con la parte artistica, ma anche con la parte relazionale, il racconto che dà vita alle opere stesse. In questo caso di un pittore che, come dichiara, ha dedicato la sua vita esclusivamente per l’arte”.

Preceduta dalla mostra dedicata a Primo Tamagnini, ospitata dal Museo di Palazzo Pretorio dal 4 maggio al 28 luglio di quest’anno, quella dedicata a Fiorello Tosoni è la seconda di una trilogia dedicata a venerabili maestri che sono nati a Prato o che qui hanno portato avanti la loro carriera artistica. La prossima è in programma nel 2025. Massima soddisfazione anche da parte della sindaca di Prato Ilaria Bugetti, che commenta: “Dopo Tamagnini, il piano terra del museo apre le porte a Fiorello Tosoni e alle sue opere, dagli inizi ai giorni nostri. Ritroviamo tutta la raffinatezza della sua arte e ripercorriamo la crescita e la carriera di un artista che dal maestro Pietro Annigoni ha appreso “i segreti del mestiere” e basi solide per spiccare il volo lungo un proprio percorso artistico caratterizzato da tradizione, semplicità, realismo e dolcezza. Una mostra e una trilogia che confermano il dialogo costante, vivace e fertile del nostro museo con il territorio, le sue eccellenze e le sue suggestioni”.

Edizioni locali: Prato

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