In quattrocento hanno partecipato domenica, 13 aprile, all’assemblea aperta sul tema dell’immigrazione organizzata dal Partito Democratico pratese e dalla sua giovanile. All’appuntamento, al Circolo Cherubini di Grignano, in molti hanno seguito il dibattito sul tema della cittadinanza che coinvolge in città 50mila persone e la cui regolarità è legata a complesse e lunghe pratiche burocratiche. Per chi non ne è provvisto, diventa complicato accedere ad un affitto, ad un lavoro stabile e alla sanità. L’assemblea ha visto la partecipazione e gli interventi delle associazioni delle comunità migranti, tra cui quelle pakistana, cinese, bengalese, maliana, senegalese, nigeriana, ivoriana, albanese e marocchina. Tutti con la disponibilità espressa a lavorare insieme contro lo sfruttamento lavorativo.
“Abbiamo cinquantamila pratesi senza cittadinanza, con 129 origini diverse – dice Maria Logli, dirigente dem pratese- Questo ci rende la città più multietnica d’Italia e la prima per tasso di persone nate e cresciute qua, trattate come straniere quando l’immigrazione non l’hanno nemmeno mai vista. Sono 13.000 ad oggi i giovani pratesi che nascono, studiano e lavorano qua, ma che sono considerati diversi dai loro coetanei italiani. È necessario cambiare approccio, perché è proprio in queste contraddizioni che si annidano fenomeni di marginalizzazione, sfruttamento e discriminazione”.
Ad aprire i lavori è stato Aksel Fazio, coordinatore della segreteria PD, che ha subito ricordato come: “non si possa parlare di immigrazione senza affrontare i temi della precarietà abitativa, del diritto alla casa e delle condizioni di lavoro”. “A Prato – sottolinea Fazio – queste questioni sono profondamente intrecciate e richiedono risposte che guardino alla dignità di tutte le persone che abitano il nostro territorio, a cominciare dai permessi di soggiorno che dipendono dal contratto di lavoro e spesso rendono vulnerabili e ricattabili le persone”. Poi è intervenuta Arjana Salimusaj, responsabile diritti dei Giovani Democratici, che ha posto l’accento sulla questione dei giovani e della cittadinanza: “Il referendum rappresenta un’occasione storica per sanare questa ingiustizia, rivolta non solo a chi è nato nel nostro Paese, ma anche a chi viene da altre parti del mondo e decide di investire il proprio futuro qui”.
All’iniziativa di Grignano hanno inoltre partecipato il Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane (CONNGI) che riunisce le associazioni delle seconde generazioni, l’ARCI, la CGIL, i Sudd Cobas, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle. E ad ascoltare le istanze delle comunità erano presenti molti rappresentanti delle istituzioni: oltre a Logli, gli assessori Malucchi, Blasi e Sapia per il Comune di Prato, il consigliere comunale Mangani, il consigliere regionale Marco Martini, oltre all’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni. Collegata da Roma anche Ouidad Bakkali, deputata del Partito Democratico che insieme all’on. Marco Furfaro, hanno espresso l’impegno a rendere Prato una città laboratorio delle buone pratiche , a partire dal passaggio di competenze dei rinnovi dei permessi da Questura a Comuni, fino al tema della residenza, della discriminazione abitativa, del contrasto alla precarietà lavorativa. “La Questura – sottolinea Logli – ha rafforzato il proprio organico per superare le file notturne e accorciare i tempi di attesa dei permessi di soggiorno. La nostra proposta di affidare la competenza sull’aggiornamento dei permessi ai Comuni è la volontà di superare l’approccio securitario e legare il tema dell’immigrazione alla cittadinanza”. L’assemblea si è conclusa con l’impegno di elaborare entro pochi giorni un documento che raccolga tutte le proposte emerse, traducendole in azioni concrete su più livelli.
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