Categorie
Edizioni locali

Il tentato furto più noto di Prato: nel 1312 il pistoiese Musciattino cercò di rubare la Sacra Cintola della Madonna, simbolo della città


L'episodio avvenne il 28 luglio ma quest'anno la ricorrenza sarà celebrata il giorno successivo con due messe nella Cappella del Sacro Cingolo


Claudio Vannacci


Era la notte tra il 27 e il 28 luglio 1312 quando Giovanni di Ser Landetto da Pistoia, meglio conosciuto con il nome di Musciattino, tentò di rubare il Sacro Cingolo custodito all’interno del duomo di Prato, allora pieve di Santo Stefano. Come sappiamo quel furto non venne portato a termine e la preziosa reliquia mariana è rimasta nella mani dei pratesi lungo sette secoli, fino ai nostri giorni.
Proprio nella data del 28 luglio, ogni anno, la Chiesa di Prato festeggia la Madonna sotto il titolo proprio «Del Sacro Cingolo». Nel 2024 la ricorrenza cade di domenica, ma non essendo solennità, in cattedrale si celebra la messa festiva, propria del giorno. La festa della Madonna sarà ricordata quindi il giorno successivo, lunedì 29 luglio, con due messe celebrate nella Cappella del Sacro Cingolo: alle 7,30 e alle 9,30, quest’ultima sarà in forma solenne. Presiede il parroco della cattedrale canonico Luciano Pelagatti, che al termine delle messe illustrerà ai presenti la storia della reliquia e i bellissimi affreschi di Agnolo Gaddi che impreziosiscono la cappella.
Torniamo alla leggendaria storia di Musciattino. Quella famosa notte, dopo aver messo le mani sulla Sacra Cintola, il ladro uscì da Prato, ma si perse perché divenne improvvisamente cieco e senza rendersene conto tornò al punto di partenza. Credendo di essere arrivato a Pistoia iniziò a gridare: “Aprite pistoiesi, ecco la cintola de’ pratesi”. In realtà stava bussando alle porte della pieve di Santo Stefano. Così venne immediatamente acciuffato dai canonici del Capitolo. Per l’enormità del sacrilego delitto commesso, la sua fine fu tragica. A nulla valse la restituzione della Cintola, dopo un processo lampo, Musciattino “fu condannato ad essere strascinato – narra nel 1722 il Bianchini – alla coda di uno asino, ad essergli tagliate amendue le mani sulla piazza, avanti alla chiesa collegiata… ad essere finalmente condotto presso il fiume Bisenzio, ed al luogo ove allora si faceva giustizia, e quivi ad essere bruciato, e morto”. Sullo stipite di una delle porte laterali del Duomo restava, ad estrema testimonianza, l’impronta della sua mano sacrilega tirata, dopo l’esecuzione, “or qua o là dal popolo per dispregio”.
Il giorno dopo, il Consiglio generale del Comune deliberò di creare un’apposita cappella nella quale la reliquia fosse più sicuramente e più onoratamente custodita.

Edizioni locali: Prato

CONSIGLIATI

logo_footer_notiziediprato
logo_footer_notiziediprato

Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)
©2024 Notizie di Prato - Tutti i diritti riservati
Powered by Rubidia