L’Internazionale cantata in italiano, cinese e urdu, e la lettura dei nomi delle sette vittime del rogo del Teresa Moda avvenuto il 1 dicembre 2013, hanno fatto da colonna sonora all’inaugurazione del memoriale, costruito dal sindacato Sudd Cobas, in via Toscana, non molto distante dal capannone che ospitava la ditta teatro della tragedia. Un’aiuola con una semplice targa dove in italiano e in cinese sono riportati i nomi degli operai e la scritta: “Nel cuore di chi lotta contro lo sfruttamento vivrà per sempre la loro memoria”. Questo è l’unico monumento che ricorda quella strage, una delle più drammatiche avvenute nel distretto, e come ha ricordato una delle leader del sindacato, Sara Caudiero: “Quel giorno non venne nemmeno proclamato il lutto cittadino”.





Una targa per cui, ancora le parole delle sindacalista, “Abbiamo dovuto lottare, presidiare, perché è stata distrutta quando era quasi finita. A Prato bisogno lottare anche per le cose più semplici: un memoriale, le 8 ore per cinque giorni, la sicurezza dei lavoratori”.
La cerimonia è poi proseguita con la proclamazione di alcune poesie scritte da lavoratori cinesi e una canzone in urdu che ricorda proprio il rogo di via Toscana e la battaglia sindacale contro lo sfruttamento. “Abbiamo scelto l’internazionale – ha spiegato Caudiero – perché per noi non ci sono etnie di lavoratori ma soltanto due razze: chi sfrutta e chi è sfruttato. Noi siamo un sindacato internazionale per tutti i lavoratori”.
I SuddCobas hanno poi ribadito che non abbandoneranno il presidio al memoriale “C’è stato detto che questa non è la nostra casa – ha spiegato l’altro leader Luca Toscano – lo ha detto uno dei proprietari di questi immobili che non vive qui, eppure noi ci siamo presi cura di questo posto, da una discarica abbiamo realizzato un luogo del ricordo, lo abbiamo reso un po’ più bello. E’ la nostra casa perché qui, quando ci hanno raso al suolo il memoriale, ci siamo subito messi al lavoro nuovamente, senza che nessuno coordinasse, c’è venuto spontaneo. Non conoscevamo quegli operai, ma onoriamo la loro memoria. Andremo avanti anche se chi denuncia lo sfruttamento poi va a processo e viene identificato. Siamo moderatamente fiduciosi che le situazione migliorerà e anche per questo lanciamo un appello a tutti gli operai a unirsi a noi”.
Il Primo Maggio dei Sudd Cobas è poi proseguito con il consueto giro fra le fabbriche del Macrolotto dove anche nel giorno della festa dei lavoratori l’attività non si ferma. Nel pomeriggio al corteo dalla stazione di Porta al Serraglio fino ai giardini di via Carlo Marx nel quartiere del Soccorso hanno partecipato circa trecento persone. Una manifestazione, che ha attraversato il centro città, contro lo sfruttamento ma anche per dire no alla guerra: “Non vogliamo più sentire parlare di riarmo, la nostra battaglia sarà quella di non dover più inaugurare targhe per lavoratori morti”.
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