C’è anche il pratese Simone Filippini tra i partecipanti del nuovo reality-game, condotto da Max Giusti, su Rai 2. La prima puntata di “99 da battere” è andata in onda ieri sera, lunedì 10 gennaio. Si tratta di un gioco, che durerà circa due mesi suddiviso in 6 puntate, nel quale 100 concorrenti si sfidano in 99 gare di abilità, in palio un bottino da 99mila euro. Il format, che viene realizzato in tutto il mondo, è stato portato in italia dalla Rai e andrà in onda ogni lunedì in prima serata. Simone, 47 anni, vive a Sant’Ippolito.
Nella vita fa l’autista ma da sempre coltiva la passione per il boy building. Capelli Lunghi, tatuaggi e un fisico statuario, non passa inosservato. Tra il 1999 e il 2000 è stato un Caramba Boy per Raffaella Carrà, poi il lungo impegno per gli animali a fianco di numerose associazioni locali. Per due anni di fila ha partecipato al “Pet carpet Film Festival”, un evento di rilevanza nazionale con il quale vengono raccolti fondi da destinare agli animali in difficoltà. Con il corto dal titolo “Salvami”, che trattava il tema dell’abbandono degli animali, ha contribuito alla sensibilizzazione sul tema raccogliendo numerose interazioni. Ma poi calendari, apparizioni, ha più volte messo a disposizione gratuitamente la propria immagine per cause animaliste. “Guardateci, ne vedrete delle belle! E’ stata un’esperienza meravigliosa, mi sono messo in gioco con ragazzi di 20 anni in giochi di abilità e di forza, ho durato molta fatica ma gli ho dato del filo da torcere!- racconta Simone Filippini– Con la mia immagine e il mio fisico gioco molto, sono tutto tranne che il classico “fico da copertina” come molti immaginano. Nella realtà sono improponibile, divertente, ci scherzo molto su”. Lavorare a fianco di Max Giusti, come spiega, è stato un vero onore: “E’ un professionista, è squisito, ridendo e scherzando ci ha fatto faticare e non poco. Fate il tifo per me, l’unico pratese nel programma, vi farò divertire”. Il montepremi, come detto, è importante: quasi 100 mila euro. Come da regolamento, non ci si può sbilanciare, ma ci proviamo lo stesso: in caso di vittoria? “Nel caso dovessi vincere, ma chi può dirlo- conclude- ho promesso a mio padre scomparso anni fa a causa dell’alzheimer che avrei donato una parte del premio a chi si occupa di ricerca e cura di questa terribile malattia”.
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