Il progetto “Prato comunità educante”, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato per contrastare la povertà educativa, è stato oggetto di attenzione da parte dell’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa, che lo ha studiato per conto del Ministero per capire se è “esportabile” in altre realtà. Il contatto è avvenuto tramite Stefano Pollini, dirigente scolastico del liceo Gramsci Keynes. “Ho ricevuto una mail – spiega – per un’indagine che riguarda i patti di comunità e, nello specifico, il progetto a cui abbiamo aderito, che prevede attività pomeridiane di teatro, corsi di lingua per ragazzi stranieri e laboratori per favorire socializzazione e integrazione. Ho risposto alle domande e poi c’è stato un approffondimento da parte di Indire”.
Il progetto, ormai al terzo anno di attività, prevede un lavoro di rete tra le associazioni del terzo settore, le istituzioni del territorio, le scuole superiori e gli istituti comprensivi. L’obiettivo è mettere a disposizione dei ragazzi numerose iniziative pensate per superare le barriere tra le diverse discipline e favorire l’interazione tra arti, teatro, musica, scienze e attività fisica nell’ottica della condivisione e lla crescita comune. Una sperimentazione importante per Prato, dove soprattutto nel biennio delel superiori il tasso di abbandono scolastico è molto alto, in particolare fra le comunità straniere, ma non solo.
“Ho visto buoni risultati – conclude Pollini – i ragazzi partecipano con entusiasmo e si è creato un buon clima. Credo che questo modello, che ha la forza di coinvolgere tanti soggetti, possa essere davvero riproposto anche in altre realtà”.
L’idea degli educatori è proprio quella di creare tanti percorsi, alcuni anche di riflessione sulle aspettative per il futuro e sulle competenze, con lo scopo di aiutare i ragazzi a scegliere la scuola superiore che più si avvicina alle loro sensibilità, ma anche a imparrare a confrontarsi con gli altri.
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