Continuano i festeggiamenti per i 60 anni della riapertura del Teatro Metastasio e dei 50 anni del Fabbricone il 15 ottobre alle 18 verrà inaugurata al Magnolfi Nuovo la mostra Luca Ronconi a Prato, curata da Fabrizia Bettazzi e organizzata con il contributo di ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Prato e Provincia di Prato e con il sostegno di Publiacqua. Si tratta di una esposizione che ripercorre tutte le tappe della sua presenza a Prato, a partire dal primo spettacolo ospitato al Metastasio nel 1967 (I lunatici), proseguendo con gli spettacoli del Laboratorio del 1978, fino alla morte nel 2015: un lavoro che ha lasciato un segno imprescindibile per tutto il teatro italiano. Gli spazi accoglieranno più di 150 fotografie, manifesti e locandine presenti nell’archivio storico della Fondazione Metastasio, che testimoniano gli spettacoli del regista, prodotti o ospitati a Prato. Ad arricchire la mostra saranno esposti una quarantina di bozzetti di scena realizzati da Gae Aulenti per i progetti di messa in scena del Laboratorio di Prato.
Saranno inoltre proiettati diversi contributi video legati al grande regista e alla sua attività in città. Il percorso espositivo si snoderà in vari Spazi del Magnolfi Nuovo accompagnando lo spettatore lungo un percorso cronologico nel lavoro del Maestro. Dalle prime esperienze a Prato con la Compagnia Fantoni-Fortunato-Ronconi passando per le rappresentazioni degli spettacoli prodotti da altri importanti Stabili italiani, il fulcro della mostra troverà il suo apice nel lavoro condotto da Luca Ronconi a Prato. Questa esperienza resta fondamentale per tutto il teatro italiano soprattutto per la formula del Laboratorio stabile che nel 1976 ha richiamato a Prato attori di generazioni diverse (mostri sacri e neodiplomati dall’Accademia nazionale d’arte drammatica), tecnici dello spettacolo, scrittori e intellettuali da Gae Aulenti a Franco Quadri, da Dacia Maraini a Umberto Eco, a lavorare e studiare insieme il teatro attraverso le parole, il corpo e il senso.
Da qui la nascita di tre capolavori extra-ordinari come Calderon, Baccanti e La torre. Tutto questo dentro la sala del Metastasio reinventata da Aulenti, ma anche negli spazi dell’ex orfanatrofio Magnolfi, e soprattutto al Fabbricone, una vera “invenzione” di Luca Ronconi, che per primo usò per il teatro, in maniera stabile e organica, una struttura industriale in dismissione dandole una straordinaria possibilità scenica che ha fatto scuola e avuto seguito in tutto il mondo.
In quello spazio, battezzato appunto semplicemente Fabbricone, a esplicitare fin dal nome la necessità “artigianale” del lavoro teatrale, Ronconi aveva già portato l’esperienza straordinaria della sua Utopia aristofanesca, che dai cantieri della Giudecca dove era nata, qui trovò il suo alveo “naturale”. Un decennio dopo il Laboratorio, che pure aveva suscitato il dibattito più avanzato in Italia sul rapporto tra politica e cultura, Ronconi tornò a Prato con altre opere che restano nella memoria. Spettacoli al Metastasio come La commedia della seduzione (che fece praticamente debuttare in Italia Schnitzler commediografo) e una indimenticabile Fedra proiettata nel pensiero oltre che nella carne.
Ma soprattutto condusse al Fabbricone una esperienza divenuta “storica”: la maratona scientifica ed esistenziale scritta da Arno Holz ai primi del ‘900, Ignorabimus, affidata a cinque straordinarie attrici lungo quasi quindici ore di spettacolo.
Orari di apertura: da giovedì 17 a giovedì 24 ottobre 16.30/20 (giorno di chiusura lunedì 21) / venerdì 25 ottobre ore 15.30/20, sabato 26 e domenica 27 ottobre 9.30/13. e 15.30/20