In relazione all’articolo del 17 giugno scorso, intitolato Inchiesta corruzione, La Porta: “Bugetti inadeguata, finanziamenti anche da imprenditore cinese sanzionato per sfruttamento”. Il centrodestra: “La sindaca chiarisca in Consiglio” riceviamo dal Maglificio Cxl la seguente richiesta di rettifica/precisazione, che pubblichiamo integralmente
Il Maglificio CXL precisa che le affermazioni contenute nell’articolo del 17 giugno 2025 sono prive di fondamento e gravemente lesive della propria reputazione aziendale.
Contrariamente a quanto riportato nell’articolo, il Maglificio CXL non ha mai tenuto “comportamenti illeciti” né è mai risultato “irregolare sotto molti fronti” a seguito di controlli dell’Ispettorato del Lavoro. La ricostruzione fornita dalla deputata La Porta e riportata acriticamente dalla giornalista è completamente errata e fuorviante.
È vero che ad oggi esiste unicamente una contestazione sollevata dall’Ispettorato del Lavoro relativa ai figli del signor Chen Xichun, titolare dell’azienda. L’Ispettorato ha elevato un verbale per il riconoscimento dell’esistenza di un’azienda familiare, disconoscendo i rapporti di natura subordinata dei figli del titolare.
Tale contestazione, che il Maglificio CXL sta regolarmente impugnando tramite i propri legali, non riguarda alcuna “irregolarità di lavoratori” come falsamente affermato nell’articolo, né configura alcuna forma di “illegalità” o “sfruttamento del lavoro”.
Nel caso in cui fosse confermato l’assunto dell’Ispettorato, il Maglificio CXL avrebbe diritto a vedersi restituiti i contributi versati per i familiari del titolare, configurandosi una questione di imputazione di contributi previdenziali alla gestione separata INPS invece che a quella ordinaria, con conseguente risparmio per l’azienda. Non si tratterebbe di una violazione delle norme sul lavoro e ancor meno di comportamenti “illeciti”.
Quanto al secondo accesso ispettivo verificatosi a seguito di una denuncia di alcuni lavoratori pakistani esso non ha portato ad alcuna contestazione, posto che gli stessi lavoratori denuncianti – che attualmente lavorano presso il medesimo maglificio in forza di regolare contratto di assunzione – non hanno dato seguito alla denuncia. Infatti come risulta dal verbale conclusivo di accertamento e notificazione n. 2024001259/DDL della ITL di Prato datato 16 gennaio 2025, che testualmente riporta: “i lavoratori denuncianti non hanno fornito le prove a sostegno di quanto denunciato e pertanto non sono emersi elementi a supporto delle loro affermazioni”.
L’azienda opera ed ha sempre operato nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di lavoro e sicurezza, mantenendo rapporti trasparenti e collaborativi con tutte le autorità competenti. Le dichiarazioni della deputata La Porta riportate nell’articolo sono evidentemente frutto di una lettura superficiale e distorta dei verbali dell’Ispettorato.
Il Maglificio CXL respinge categoricamente ogni insinuazione relativa a presunti “finanziamenti opachi” o collegamenti con situazioni di “illegalità”, ribadendo la propria correttezza e trasparenza in ogni rapporto commerciale e istituzionale.
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