Un “omaggio a Walter Albini”, all’interno del Fabbricone Storico di Prato. Dodici disegni inediti e cinque abiti mai cuciti dell’artista inventore del prete a porter, immaginati nel 1982 per l’opera teatrale “Latina” di Luca Ronconi, prendono vita grazie all’ufficio stile dello storico lanificio Balli di Prato. Un lavoro minuzioso e preciso che entrerà a far parte della collezione autunno inverno 2026 del Lanificio e verrà presentata il prossimo febbraio nei saloni milanesi della moda durante Milano Unica. Nello specifico: un cappotto blu da donna, un completo Chanel a due pezzi, un giubbotto da bambino, una tunica e un vestito da donna accompagnato dal suo soprabito senza maniche. Cinque creazioni particolari scelte fra i disegni più contemporanei ed etnici immaginati da Albini, potrano dunque far rivendicare al Lanificio di aver “vestito” uno stilista. Si tratta a tutti gli effetti di uno spin-off della mostra dedicata allo stilista in mostra al Museo del Tessuto di Prato fino al prossimo 30 novembre con oltre 400 oggetti tra disegni, fotografie, abiti e tessuti di uno dei pionieri del made in Italy. Il progetto si lega a doppio filo con la creazione, da parte dell’azienda, del dipartimento “Fabbrica di Cultura”. Una divisione interamente dedicata alla promozione della creatività e della conoscenza. La mostra, che partirà in anteprima il prossimo 16 e 17 novembre, è gratuita ed è stata curata dall’architetto Filippo Boretti in collaborazione con il Museo del Tessuto. Per i primi due giorni le porte resteranno aperte dalle 10 alle 19, mentre dal prossimo 22 novembre la mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 e nel weekend dalle 10 alle 19. Lo spazio è stato ricavato all’interno di uno dei luoghi produttivi del Fabbricone storico, in via Bologna.
“E’ stato un passaggio naturale quello vissuto dal Lanificio da fabbrica produttiva a fabbrica di cultura – commenta il managing director di Balli il Lanificio, Leonardo Raffaelli – Un percorso che trasforma un’azienda che da oltre settant’anni realizza tessuti venduti ovunque nel mondo, in un fulcro di iniziative capaci di aprire nuovi dialoghi con la comunità. La mostra dedicata ad Albini segna il debutto di un palinsesto culturale firmato Balli. Altri eventi seguiranno. Devo dire che è stato fantastico vedere come il nostro ufficio stile abbia saputo ‘uscire dagli schemi’, interpretando lasciti incompiuti del passato di un grande talento come Albini, trasformandoli in capi senza tempo”. “Il nostro omaggio a una delle figure più iconiche della moda italiana come Albini – aggiunge il co-curatore Boretti -, riafferma il legame tra tessile, moda e cultura. Attraverso “Fabbrica di Cultura”, Balli il Lanificio ribadisce il suo impegno nel promuovere iniziative culturali, confermando che la ‘vecchia fabbrica’ fondata nel 1889 non solo continua a essere un attore centrale nel tessuto economico e sociale di Prato, ma gioca un ruolo attivo nel panorama creativo e imprenditoriale della moda contemporanea italiana”.