Il servizio sperimentale Food Locker per distribuire i pasti al Pin non decolla. Partito a ottobre è stato temporaneamente sospeso in attesa di organizzarlo meglio, attraverso i suggerimenti degli utenti a cui, nei prossimi giorni, verrà somministrato un questionario. In realtà gli studenti hanno già evidenziato le criticità. “E’ del tutto inadeguato e i numeri l’hanno dimostrato. – spiega Roberta Fraggiacomo vice coordinatrice Associazioni Csx Firenze – In primis perché il pasto andava fissato entro le 15 del giorno precedente, il che era molto restrittivo. Inoltre, se prenotato e poi non consumato, oltre al costo non rimborsabile, il pasto andava sprecato. Infine era freddo e andava scaldato e consumato in aula studio dove sono a disposizione una quarantina di posti, spazio insufficiente a coprire i bisogni di tutti gli studenti”.
Dal Diritto allo Studio Universitario spiegano che il servizio va ripensato (nel frattempo si è verificato anche un guasto alla refrigerazione delle celle frigorifere e quindi “gli armadi” sono inutilizzabili) e che ci sono problemi nell’utilizzo dell’App per le prenotazioni che si aggirano intorno alle 30 al giorno. Comunque da metà aprile dovrebbe essere riattivato.
Gli studenti invece, preferirebbero un servizio di mense diffuse sul territorio: “Dalla segreteria del Pin, che invece parla di un paio di prenotazioni al giorno, – sottolinea Fraggiacomo – era arrivata la proposta di una mensa diffusa in collaborazione con diversi caffè e ristoranti della zona ma era stata bocciata dal Dsu. Vorremmo capire se si puó riprendere in mano questo progetto che sicuramente fornirebbe un servizio migliore all’effettiva domanda. Ci tengo a ricordare che il Caffè Buonamici, che attualmente è l’unico locale convenzionato, ha dei prezzi più alti rispetto alla mensa e anche delle combinazioni diverse tra primo secondo e contorno per cui non è possibile prendere il pasto completo, nemmeno per i borsisti che dovrebbero averlo garantito a pranzo e a cena dal Dsu”.
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