All’indomani dell’avviso di garanzia per corruzione, con richiesta di arresti domiciliari, la sindaca di Prato Ilaria Bugetti non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda, confermando come fatto già ieri la massima fiducia nella magistratura e la convinzione di non aver commesso nessun reato. E proprio a conferma di questo, Bugetti non è voluta mancare ad un appuntamento già in agenda come l’inaugurazione del nuovo deposito della Protezione civile. Qui, tra strette di mano e incoraggiamenti, ha incontrato anche l’assessora regionale Monia Monni che, oltre a manifestare solidarietà alla collega, che è anche un’amica personale, ha ribadito la posizione della Regione su uno dei punti oggetto dell’inchiesta, vale a dire il sistema di depurazione delle acque. “C’è un programma molto datato tra Regione, Comune e Industriali – dice Monni – per migliorare il sistema di depurazione del distretto tessile. Noi ci muoviamo nell’ambito e nell’alveo di quell’accordo”.
Intanto, mentre si delineano i contorni dell’inchiesta e delle indagini affidate ai carabinieri del Ros, che richiamano il “rapporto patologico”, come viene definito dalla procura, tra Bugetti e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, elencando una lunga serie di episodi sospetti, ci si comincia ad interrogare su cosa potrà accadere all’amministrazione comunale dopo l’udienza della sindaca davanti al giudice per le indagini preliminari, chiamato a decidere anche sulla richiesta di arresti domiciliari. Bocche cucite tra gli assessori, molti dei quali presenti stamani, proprio a testimoniare la vicinanza a Bugetti. E’ toccato così al vicesindaco Simone Faggi tracciare la linea: “Proseguiamo nel nostro compito – le sue parole -. Questo non intacca minimamente il lavoro amministrativo. Siamo ben consci della responsabilità che pesa su tutti noi e lavoriamo con lo stesso spirito di sempre”.
Parole di circostanza che non nascondono il travaglio che in queste ore sta attraversando la maggioranza e, più in generale, il Pd. Molto dipenderà dalla decisione del gip con le ipotesi di autosospensione o, addirittura, di dimissioni di Bugetti che restano al momento solo a livello teorico ma di cui, sottotraccia, si comincia a parlare. E a quel punto la vicenda, da giudiziaria come è adesso, diventerà anche politica.
E proprio a questo proposito, il Movimento 5 Stelle, che fa parte della maggioranza si dice pronto ad uscire dalla Giunta in caso di incompatibilità: “Ribadiamo piena fiducia nella magistratura, che deve poter operare con rapidità e autonomia – dice Irene Galletti, coordinatrice toscana del Movimento 5 Stelle – e riteniamo fondamentale che la sindaca garantisca massima collaborazione con gli inquirenti e piena trasparenza nei confronti dei cittadini di Prato. Il M5s manterrà un atteggiamento vigile e responsabile, in vista dell’udienza del 19 giugno, quando la sindaca sarà chiamata a comparire. Nel pieno rispetto del mandato ricevuto dai pratesi, se dovessero emergere elementi incompatibili con il nostro sostegno alla giunta non esiteremo ad agire di conseguenza”.
A chiedere a Bugetti di autosospendersi per la durata delle indagini è invece Forza Italia di Prato con Lorenzo Santi e Francesco Cappelli, commissari coordinamento provinciale. “Le notizie che emergono dall’inchiesta della procura su un presunto sistema corruttivo che coinvolge direttamente il sindaco di Prato Ilaria Bugetti lasciano sgomenti- dicono . Crediamo che, proprio per tutelare le istituzioni, sia doveroso compiere scelte politiche chiare: chi ricopre ruoli apicali dovrebbe valutare la possibilità di sospendersi dall’incarico durante il corso delle indagini, per garantire serenità al dibattito pubblico e trasparenza nell’azione amministrativa”.
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