Continua il percorso di inclusione da parte degli associati a Confcommercio che lancia una nuova iniziativa: “Io parlo con il dito” destinato a persone con problemi comunicativi. La campagna, lanciata a livello nazionale, utilizza la comunicazione alternativa aumentativa riportata sulle tovagliette. Poche ma essenziali farsi: da “Avrei bisogno di un coltello, un cucchiaio, un bicchiere d’acqua”, a “Dove si trova il bagno” o “Posso ordinare”. Piccole frasi che permettono anche a chi non riesce a parlare di comunicare con il mondo esterno.
“Abbiamo sposato l’idea nata con la collaborazione dell’associazione ClinicaMente – ha spiegato Simona Marinai presidente Gruppo Donne Imprenditrici Fipe Prato Pistoia – con l’obiettivo di offrire a tutti i nostri clienti la possibilità di passare momenti sereni mentre sono a tavola. Da domani, in tutti i ristoranti ogni bambino o adulto potrà tranquillamente sedersi, ordinare senza più paura di sentirsi in difficoltà. Siamo felici di poterci dotare di uno strumento di così grande valore sociale all’interno delle nostre attività e ci sentiamo onorati dipoter aiutare con un piccolo gesto”. Oltre alla tovaglietta, che comunque verrà distribuita a chiunque ne faccia richiesta, il personale dei locali che aderiscono all’iniziativa, parteciperà a un corso di formazione. “Oltre agli strumenti – ha sottolineato Marinai – abbiamo bisogno di personale formato in grado di capire il comportamento giusto da tenere”.
Nel progetto è stato anche coinvolta l’amministrazione comunale: “La costruzione di una società davvero inclusiva passa anche da iniziative come questa – afferma l’assessore al sociale Sandro Malucchi -Siamo molto contenti che il progetto venga realizzato anche a Prato, grazie al lavoro di squadra del Gruppo Donne Imprenditrici Fipe e di ClinicaMente, perché può migliorare la vita di molte personeche hanno difficoltà ad esprimersi o disabilità comunicative. Questo è un ostacolo reale nella vita di tutti i giorni e per questocome Comune ringraziamo chi si impegna per superarlo, perché la comunicazione, è la prima condizione del confronto”.