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I conti tornano al Museo del Tessuto che riesce ad autofinanziarsi per due terzi del bilancio. Servono però nuovi spazi per ospitare la collezione


Tra biglietti e bookshop oltre 170mila euro di incassi a cui si aggiungono 270mila per i progettio in ambito europeo. Il Comune partecipa con 369mila euro


Alessandra Agrati


Il Museo del Tessuto di Prato riesce, da solo, a  finanziarsi per due terzi del bilancio tra incassi diretti (biglietteria e bookshop) e capacità di intercettare fondi e sponsor. Questo ne fa un caso virtuoso nel mondo dei beni culturali. Il dato, relativo al bilancio 2023, è emerso ieri durante la commissione 6 in cui la presidente della Fondazione Fabia Romagnoli e il direttore Filippo Guarini hanno presentato il bilancio del 2023 dove il ricavato dalla vendita dei biglietti e del bookshop ammonta a 173mila euro a cui vanno aggiunti, fra le voci più importanti, 270mila euro derivanti dai progetti finanziati con fondi europei, 37mila euro per l’attività di didattica e 42mila dalla vendita di altri servizi. “Altre importanti entrate – ha spiegato Guarini – derivano da un buon posizionamento nelle tabelle regionali, redatte su particolari performance, che hanno contribuito con 38mila euro e 130mila che arrivano direttamente dal Ministero, sempre in base a parametri calcolati sull’attività museale”. Sempre nell’attività di ricerca fondi il Museo è riuscita anche ad incrementare l’elenco delle aziende sostenitrici, anche attraverso l’art bonus. Sul fronte invece dei finanziamenti pubblici il Comune gioca la parte del leone con 369mila euro di cui 100mila per progetti speciali, mentre Estra ha contribuito con 50mila, la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato con 60mila e Saperi (società che fa capo a Ctn) con 40 mila euro.
“Il contributo del Comune – ha sottolineato Romagnoli – è importante per la nostra Fondazione, ma avremmo bisogno, come succede per altri musei, che venga erogato in modo strutturale attraverso una convenzione. Questo ci permetterebbe di pianificare meglio la nostra attività”. Gli uffici comunali, ha spiegato Antonella Lapadula, referente per il Comune dei rapporti con le partecipate, stanno lavorando per stendere un convenzione.
Il museo chiede anche più spazi, visto che negli anni si è ampliata la collezione anche grazie a moltissime donazioni e acquisizioni “Il progetto di ampliamento per la Campolmi sembra fermo – spiega il direttore – avremmo bisogno di averne in comodato d’uso gratuito, intanto siamo in trattativa per affittare da un privato un capannone”. E sempre per mancanza di spazi il Museo si è inventato il progetto “Adotta un macchinario” che prevede di affidare ad alcune aziende i vecchi macchinari tessili che vengono donati proprio per evitare che vengano distrutti.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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