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Gli universitari detenuti alla Dogaia si confrontano con gli studenti del Copernico


L'incontro organizzato dalla Municipale nell'ambito del progetto "Educare alla Legalità" . Tra i temi affrontati anche quello dello studio come strumento di riscatto


Alessandra Agrati


Otto studenti universitari carcerati hanno raccontato il loro percorso formativo agli studenti del liceo Copernico, l’incontro si è tenuto ieri 12 marzo nella sala biblioteca della Dogaia nell’ ambito del progetto “Educare alla Legalità” in collaborazione fra la Municipale e la direzione della Casa circondariale. Il filo conduttore della chiacchierata è stato proprio l’importanza dello studio che, oltre a rappresentare una possibilità di riscatto da un passato che spesso è fonte di enorme senso di colpa, è anche una carta da giocare alla fine della detenzione per inserirsi nuovamente nella società. “E’ il secondo incontro tra studenti del Liceo Copernico e studenti detenuti nel carcere della Dogaia afferma l’assessore alla Municipale Flora Leoni -. Il primo si è svolto in modalità da remoto per ragioni ancora legate al contagio da coronavirus e, pur essendo molto partecipato, è stato a mio avviso, meno emotivamente coinvolgente di questo. Il fatto di entrare fisicamente in carcere e relazionarsi con studenti ristretti dal regime carcerario è un’esperienza importante per entrambe le parti. Sicuramente un incontro da ripetere e strutturare nell’ambito del progetto di educare alla legalità ed alla cittadinanza attiva”.

Tanti i temi affrontati quello del trauma per la perdita della libertà, degli affetti e delle amicizie, la conquista per alcuni dei permessi premio ritrovando una realtà esterna così modificata dall’essere irriconoscibile; l’importanza del rispetto delle regole e la difficoltà ad intrattenere relazioni a causa della convivenza forzata, la difficoltà di parlare lingue diverse ed avere diverse usanze.

Gli studenti-detenuti hanno ribadito la necessità di farsi forza, sostenersi tra di loro nei momenti di difficoltà sfruttando l’equipe di sostegno messa a loro disposizione, ma soprattutto sfruttare tutte le opportunità offerte dalla istituzione carceraria per costruire percorsi di studio e di lavoro che consentano il loro reinserimento nella società. 

Il Carcere della Dogaia ospita 600 persone ed è un microcosmo con problematiche amplificate del sistema sociale. Il direttore Vincenzo Tedeschi ha sottolineato più volte l’importanza di un legame proficuo tra la realtà carceraria e la vita di fuori e la necessità dell’abbattimento dei pregiudizi e dello stigma sociale che può essere un rimedio al problema della reiterazione dei reati.

All’incontro hanno partecipato anche il responsabile del Reparto Territoriale della Polizia municipale Fabio De Simone e la Responsabile dell’Area giuridico-pedagogica Ilenia Pisano

Edizioni locali: Prato
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Editore: Toscana Tv srl

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