“Gli uffici giudiziari e di polizia giudiziaria sono in forte sofferenza e il compendio delle forze dell’ordine non è adeguato alla sfida che la criminalità presenta in questo territorio. Una criminalità che non è stata intesa nella sua totale e reale pericolosità”. Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, suona di nuovo l’allarme sulla carenza di organico in procura, in tribunale, tra le forze dell’ordine. “Sarebbe auspicabile – dice – che gli organici venissero sensibilmente rimpinguati”.
Una richiesta che viene ripetuta in ogni occasione dal procuratore e che arriva nel giorno in cui la commissione parlamentare antimafia annuncia che il 4 aprile sarà a Prato per confrontarsi con un territorio alle prese con fenomeni criminali sempre più temerari e sprezzanti. E che arriva anche nel giorno in cui si dà conto della ponderosa inchiesta sull’esplosione nel deposito Eni a Calenzano che il 9 dicembre 2024 ha provocato cinque morti, ventisette feriti e ingenti danni materiali e strutturali. Un’inchiesta che, in appena cento giorni dal disastro, ha messo un punto fermo con nove indagati, con una ricostruzione dettagliatissima dell’incidente e con la richiesta di incidente probatorio già notificata. “Il tribunale di Prato – le parole di Tescaroli – conta soltanto tre giudici delle indagini preliminari che non riescono a far fronte al ritmo della procura il cui lavoro, negli ultimi otto mesi, è notevolmente aumentato, e uno di loro sarà investito dal notevole impegno derivante dall’incidente probatorio per il procedimento Eni”.
Talmente corto il fiato degli uffici giudiziari di Prato che il procuratore, rispondendo a chi ha chiesto se per il risvolto di “intralcio alle indagini” emerso durante l’investigazione per quanto successo a Calenzano siano state valutate misure cautelari, ha detto: “ Ho rinunciato a proporre iniziative di natura cautelare ulteriori rispetto a quella del sequestro perché i tempi di una richiesta avrebbero congelato il procedimento per un tempo estremamente significativo e quello che è più importante è arrivare a un giudizio sulle responsabilità in tempi brevi”. Soffermarsi su questo ragionamento è importante per capire quanto la carenza di organico impatti su certe inchieste.
Qualche numero per dare un’idea più precisa: “La procura della Repubblica di Prato – ha continuato Tescaroli – prevede 9 sostituti più il capo: di per sé è inadeguata per far fronte alle esigenze di questo territorio. Oggi la procura ha il capo e 8 sostituti, 3 dei quali hanno già ottenuto il trasferimento e nel giro di qualche mese se ne andranno. La situazione è ancora più grave in tribunale dove su 24 giudici previsti, ne mancano 8 con la carenza che impatta in larga misura sul penale. Non va meglio per gli uffici giudiziari ma mi preme sottolineare la presa di coscienza dei responsabili delle forze dell’ordine a cui ho rivolto specifiche richieste di implemento degli organici ottenendo 5 unità in più alla Squadra mobile, 7 in più alla guardia di finanza, 8 in più all’Agenzia delle dogane mentre per quello che riguarda i carabinieri sono arrivate unità utili a rimpinguare i vuoti. Servono opportuni interventi – ha concluso il procuratore – per assicurare dotazioni di organico idonee a fronteggiare le emergenze criminali di questo circondario”. (nadia tarantino)
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