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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presentato il cartellone di eventi per il prossimo 25 novembre


Iniziative realizzate grazie alla rete tra comuni, enti, associazioni e settori economici e sociali. L'ultimo appuntamento il 5 dicembre


Samuela Pagliara
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Sono trentuno le iniziative, suddivise nell’intero territorio provinciale, messe in piedi per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il prossimo 25 novembre. Un tabellone che coinvolge tutti gli enti del territorio a partire dalle istituzioni, associazioni di volontariato, mondo economico, sportivo, culturale e la scuola dove i ragazzi fin da giovani possono imparare la cultura del rispetto e come proteggersi in situazioni di pericolo all’interno delle relazioni problematiche. Flashmob, camminate in rosso, cene di beneficienza, libri , laboratori e spettacoli per ripercorrere e trattare il tema con tutti i linguaggi esistenti veicolando un messaggio unico e trasversale: no alla violenza.

Il cartellone è il frutto di un lavoro di rete e di un impegno corale. Alla presentazione degli appuntamenti, che sono partiti ieri e dureranno fino al prossimo 5 dicembre, erano presenti tutti i rappresentanti dei comuni del territorio: Prato, Carmignano, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano, Vaiano e Vernio. Ad illustrare le iniziative è stata l’assessora alle Pari Opportunità Maria Logli: “Era fondamentale che tutti i Comuni della Provincia si mettessero in rete per raccontare questo fenomeno, per farlo conoscere in tutte le sue declinazioni, per impegnarsi attivamente e per sensibilizzare ed educare tutti, a partire dalle nuove generazioni – ha detto Logli – Ognuno deve fare la propria parte e il nostro territorio ce la sta mettendo tutta. È passato poco tempo dall’anniversario del femminicidio di Giulia Cecchettin quando si è detto Mai più. Da allora altre 100 donne hanno perso la vita a causa del femminicidio. Oltre 44 sono le sopravvissute. Chissà quante ancora non hanno denunciato. Queste donne hanno bisogno del nostro supporto e noi dobbiamo loro il nostro impegno in ogni forma e con ogni metodo”.  Hanno inoltre partecipato anche i rappresentanti degli enti e delle associazioni che hanno contribuito all’organizzazione del programma di eventi: Società della Salute Area Pratese, Cooperativa Alice, Senza Veli sulla Lingua, Pubblica Assistenza, Spi Cgil, Camminotte, Politeama Pratese, Metropopolare, associazione Dire Fare Cambiare, Soroptimist Prato, Lions International, Lions Castello, Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati, associazione culturale Angolo Teatro, associazione culturale La Nottola di Minerva, L’Anarchico, ASD Paperino San Giorgio, associazione culturale Il Gabbiano, Circolo Arci Costa Azzurra e Auser.

Nella sala consiliare di Palazzo Comunale anche la coordinatrice del centro antiviolenza La Nara di Prato, Francesca Ranaldi, che in questi mesi è costretta a vivere un periodo di profonda incertezza e rischia la chiusura per un cavillo burocratico contenuto all’interno dell’accordo stato-regioni del 2022.

Come riportato da Donatella Pugi, della Nara, dall’inizio dell’anno la struttura ha accolto 465 donne, in totale dall’apertura del centro le donne vittime di violenza che hanno chiesto aiuto sono state 4.909. Il 67% delle donne arriva dal Comune di Prato, il 16% dagli altri Comuni della Provincia e il resto da altri. Della Provincia, il Comune con più accessi è quello di Vaiano con il 27%, a seguire Montemurlo (20%), Poggio a Caiano (19%), Vernio (16%), Carmignano (10%) e Cantagallo (8%). Il 70% delle vittime sono italiane e il 30% straniere. Il 49% di loro sono ancora coniugate o conviventi e soltanto il 19% ha intrapreso un percorso di separazione legale o di divorzio. Un altro dato sconcertante, che è anche cresciuto negli anni, è che il 56% di queste donne non vive più con il proprio autore, questo significa che la violenza non si conclude con la fine della relazione.  Numeri impressionanti che raccontano la potenza del fenomeno che rappresenta uno dei maggiori problemi sociali del nostro Paese. Una vergogna per uno Stato civile che non ha ancora capito gli strumenti più adatti da mettere in campo per smantellare definitivamente la cultura del possesso, della violenza e del patriarcato.  In sala, anche Elena D’amato, la sorella di Elisa, uccisa dal fidanzato nel maggio del 2018: “La violenza di genere va combattuta tutto l’anno ma è ovvio che novembre è un mese giusto per cercare di sensibilizzare il più possibile soprattutto le generazioni più giovani che hanno bisogno di essere informate su un problema reale e importante. I ragazzi devono essere formati per evitare che accadano cose molto brutte come quella successa a mia sorella- aggiunge Amato- e riuscire a prevenire e riconoscere i segnali anche per aiutare chi attorno a noi è in pericolo”.

Edizioni locali: Prato

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