Una vicenda davvero surreale e sicuramente amara quella capitata ad un nostro lettore che ci ha contattati raccontandoci quanto successo la scorsa settimana. Dopo aver subito il furto della propria bicicletta elettrica, con un valore di mercato superiore ai mille euro, ed averla ritrovata in mano ad altre persone alla stazione centrale, l’uomo ha contattato le forze dell’ordine che una volta sul posto non hanno potuto fare altro che lasciare il mezzo nelle mani dei presunti malviventi sotto l’occhio incredulo del proprietario.
“Mi è stata rubata in via Zarini tra le 20 e le 21, sono corso subito dai Carabinieri per fare la denuncia nella speranza di ritrovare la bicicletta- racconta l’uomo- Si trattava di un mezzo con alcuni dettagli riconoscibili, un evidente adesivo turchese sulla parte anteriore del telaio e alcuni segni distinguibili. I militari mi hanno detto che la denuncia si può fare solo dalle 8 alle 19, quindi prima di tornare a casa mi sono messo a fare un giro in macchina. Arrivato alla stazione Centrale mi sono ritrovato davanti una persona in sella alla mia bicicletta, che pedalava contromano a fatica perchè sprovvisto della chiave”. A quel punto il proprietario della bicicletta decide di seguirlo trovandolo poi con altri cinque, tutti ubriachi, su una panchina ai giardini dietro la stazione. Immediatamente chiama il 112, dicendo di aver individuato il ladro e fornendo ai carabinieri la posizione esatta. Nel frattempo, il gruppetto aveva iniziato ad armeggiare sulla serratura della bicicletta, danneggiando il cilindro.
La svolta più assurda arriva però con i carabinieri. “Arrivati sul posto-continua il nostro lettore- mi hanno chiesto se la bici avesse un numero di serie, gli ho detto che non c’era ma che avevo con me la chiave che essendo univoca avrebbe potuto dimostrare che la bicicletta in mano al gruppetto era mia e ho consegnato la chiave al carabiniere”. A quel punto i militari hanno finto di far allontanare il gruppo verso una zona più luminosa per vedere chi avrebbe preso la bicicletta e sono stati tutti identificati. “Mi sentivo ormai sicuro di riportare la bicicletta a casa perché al carabiniere avevo dato la mia chiave. Nel frattempo, mi tenevo ancora a distanza seduto alla fermata dell’autobus e i carabinieri gli hanno detto di parcheggiare lì vicino a me la bicicletta. L’ho vista da vicino. Era lei, parafanghi montati da me. Pellicola sul display elettronico che si stava scollando sul bordo destro. Confermavo a uno dei carabinieri che è la mia. Dopo un’ora di discussioni, con toni a tratti gioviali ed io che restavo a distanza, il tizio insisteva di averla comprata da un cinese e il carabiniere allora ha estratto la chiave come soluzione di tutti i dubbi ma avendola manomessa prima, non sono riusciti a dimostrare che fosse mia. Sono venuti prima da me a spiegarmi che rischiavano (loro carabinieri) di essere denunciati dall’individuo e anche io di essere querelato se gli avessimo ripreso la bicicletta. Mi han detto che questi delinquenti conoscono bene i rischi legali che corrono, ma soprattutto i loro diritti. Ero esterrefatto. La scena era surreale- conclude- Quindi, mi sono visto lasciare andar via dai carabinieri il ladro con la mia bicicletta nelle mani. Che rabbia”
Dalla brutta esperienza, un invito a tutti i proprietari di biciclette: “A chi dovesse leggere la mia storia consiglio di far punzonare il numero di serie o qualche scritta sulle proprie biciclette, specialmente se di valore e sì non fosse già punzonata o marcata in modo univoco e in caso di furto di non cercarla perché gli potrebbe capitare di trovarla e di doverla lasciare al ladro”.
Da parte loro i carabinieri rinnovano l’invito al nostro lettore a cercare un documento – fattura di acquisto o garanzia della batteria – che possa dimostrare in maniera certa la proprietà del mezzo.
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