L’estensione della frana a Camino, e quindi il prolungarsi dei tempi per la messa in sicurezza della Sr325, preoccupa imprenditori e residenti della frazione La Briglia che, in un incontro pubblico al circolo La spola d’Oro, hanno chiesto al sindaco Primo Bosi e al presidente della Provincia Simone Calamai, certezze sulla data di riapertura della strada e soprattutto un piano per una viabilità alternativa. “Diventa sempre più difficile lavorare e vivere in vallata – spiega Sauro Guerri imprenditore e coordinatore dell’iniziativa- anche l’idea di creare una galleria artificiale richiede tempi lunghi e di fatto non esiste ancora il progetto. Ma prima va messa in sicurezza la zona de Le Coste e i tecnici parlano di un cantiere di diverse settimane. Abbiamo ribadito che è necessario andare a Roma e chiedere interventi di somma urgenza. Le nostre aziende oltre al Covid, alla guerra che ha triplicato i costi energetici, hanno dovuto fare i conti con l’alluvione e dopo quattro mesi con la frana. Si rischia di paralizzare il distretto”. Proposta, secondo il sindaco Bosi, non fattibile. “ Per interventi di somma urgenza di protezione civile serve che ci siano problemi di incolumità delle persone, condizione che per ora non è contemplata. Ho provato però a chiedere al Genio Civile la possibilità di realizzare un ponte Bailey tra Camino e Cartaia”.
Nell’incontro si è anche discusso della possibilità di una via alternativa. “Continuiamo a ribadire – precisa Guerri – che l’unica soluzione è andare in direzione Montemurlo, viceversa è una follia pensare di bucare verso Barberino”.
A testimonianza delle difficoltà economiche delle aziende, arrivano le prime richieste di cassa integrazione. “Abbiamo aperto da poco più di un anno – spiega Teresa Di Maio del ristorante Bottega325 – e ci siamo trovati a gestire l’alluvione e poi la frana che per alcuni versi ci sta penalizzando di più. Siamo comunque raggiungibile, ma con più difficoltà, arrivano tante disdette e così nell’ottica anche di salvare i posti di lavoro abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione per sei dipendenti. Lancio un appello a tutti, non solo per la mi attività: noi ci siamo, continuiamo a lottare ciascuno cercando anche proposte alternative, non lasciateci soli”. Ci sono anche difficoltà per gli approvvigionamenti “Non sempre le finestre aperte lungo le due viabilità coincidono con i nostri tempi – continua Di Maio – quindi dobbiamo scendere a Galceti con mezzi adeguati fare il trasbordo e poi risalire: tempi e costi alle stelle” . A soffrire anche il tessile “Da quando si sono verificate le due frane lungo la Sr325 – spiega Gabriele Innocenti di Omega Filati ditta che nell’alluvione ha subito 3milioni di danni – i costi sono triplicati: usiamo la strada della Pusignara e quindi chilometri in più e tempi lunghi di percorrenza e come se non bastasse abbiamo anche problemi per lo smaltimento dei rifiuti. A questo punto ci servono certezze: se deve essere fatta una viabilità alternativa iniziamo a discutere dei progetti, altrimenti non si arriverà mai alla fine. Chiediamo alle autorità competenti una presa di responsabilità. La frana ci ha penalizzato di più rispetto all’alluvione”. Preoccupazione arriva anche dai sindacati che confermano un lieve incremento della cassa integrazione a partire dalla scorsa settimana “Sicuramente la situazione della Sr325 – spiega Juri Meneghetti segretario Filctem Cgil Prato Pistoia – è causa di ulteriori difficoltà per famiglie e imprese che sono sotto pressione da diverse settimane”. Dalla Cisl Mirko Zacchei segretario Femca Cisl Prato Firenze chiede un piano integrato di sistema. “Prato è una voce importante del sistema moda, molte lavorazioni anche artigianali risiedono in Val di Bisenzio. Ogni giorno che perdiamo nel trovare la soluzione per la Sr325 si ripercuote su tutto il distretto. Serve una collaborazione stretta tra comuni valbisentini, quello di Prato, la Provincia e la Regione”.
A tutela delle 550 imprese manifatturiere sparse fra Vaiano Vernio e Cantagallo interviene anche Marcello Gozzi direttore Ctn.
“La sicurezza deve andare avanti a tutto e quindi è positivo che, constatato che l’area della SR325 che necessita di interventi è più estesa del previsto, si continui a lavorare per il consolidamento. E’ innegabile comunque che per le aziende aumentino disagi e costi per ogni giorno che passa in cui si devono barcamenare fra le pur benemerite fasce orarie, percorsi alternativi non ottimali per il traffico merci e itinerari molto lunghi, che toccano la provincia di Bologna, via autostrada. Diamo atto che la situazione emergenziale ha trovato e continua a trovare attenzione da parte di istituzioni e amministrazioni: è il momento però di guardare avanti, verso interventi che risolvano definitivamente il problema della mobilità in Val di Bisenzio.”
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