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Farmaci dalle foglie di olivo, a Carmignano si studiano i principi attivi e come impiegare la tecnologia nella nuova agricoltura


Il progetto prevede l'utilizzo degli scarti di lavorazione della produzione dell'olio I ricercatori di alcuni dipartimenti dell'Università di Firenze sono a lavoro per studiare come impiegare i principi attivi nell'industria farmaceutica


Samuela Pagliara


Non è più solo un’ipotesi, il primo passo è già stato fatto da un’azienda del territorio mediceo che ha contattato il team dell’Università di Firenze e avviato la ricerca. L’idea è quella di studiare i principi attivi degli olivi per utilizzarli nell’industria farmaceutica. Al progetto stanno lavorando i dipartimenti universitari di Neurofarba e Scienze agrarie con l’obiettivo di valorizzare le aziende agricole. L’idea è stata presentata durante l’evento di apetura dell’Antica Fiera alla presenza della professoressa Nadia Mulinacci e dai suoi colleghi professori Maria Bellumore, Lorenzo Cecchi, Tommaso Ugolini dei dipartimenti di Neuroscienza, Psicologia, area del Farmaco, della salute del bambino e di Scienze e tecnologie agrarie e alimentari di Firenze. Gli “scarti” della produzione dell’olio potrebbero, in questo modo, essere impiegati creando nuovi sfondi commerciali in un contesto circolare dove della materia prima si getta via il meno possibile, come ha ricordato anche l’assessore Di Giacomo: “Per noi sarebbe importante che questi “scarti” trovassero un utilizzo. Abbiamo il problema, lo hanno le nostre imprese agricole, dello smaltimento degli sfalci da potature e di evitare il ricorso agli abbruciamenti”. Le prime indagini condotte dai ricercatori hanno confermato come la materia sia di pttima qualità, un requisito fondamentale per un eventuale sfruttamento industriale e la prima richiesta avanzata dall’impresa in contatto con i due dipartimenti universitari. L:a strada è ancora lunga, prima di passare alla produzione andranno concluse le procedure di ricerca, ma come spiega la professoressa Mulinacci: “E’ necessario capire se esistono le condizioni di mercato per creare valore aggiunto dai co-prodotti della filieri olivicolo-olearia, avere una buona quantità di fogliame da essiccare è necessario per sistenere una linea produttiva. Poi- spiega la Mulinacci- andranno valutati costi e investimenti”. Durante il convegno si è parlato anche del trasferimento tecnologico in agricoltura, un impegno che Carmignano sta già portando avanti proprio con l’Università di Firenze, come spiega ancora l’assessore Di Giacomo: “Per Carmignano è un’opportunità nuova e affasciante, una nuova occasione di sviluppo. Lo è per la nostra agricoltura, che accanto all’olio, al vino, ai fichi secchi, potrebbe sfruttare nuove circostanze commerciali. Il tutto nell’assoluto rispetto dell’ambiente”.
Il messaggio partito dalla Sala consiliare è però chiaro: Si può fare. Soddisfazione anche da parte del sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti: “Quando a Carmignano parliamo di sviluppo sostenibile parliamo di queste cose, di un’agricoltura che s’innova, che aiutata dalla tecnologia scopre inedite occasioni di crescita, rispettando la terra e il suolo. Se accanto ai nostri tipici prodotti possiamo trarre altro dalla terra, persino dagli scarti delle lavorazioni, ben venga tutto questo. A Carmignano l’economia circolare è una realtà”.

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