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Esplosione Calenzano, al deposito Eni sopralluogo anche della Commissione parlamentare d’inchiesta: “Immagine straziante”


A gennaio la Commissione che si occupa delle condizioni di lavoro convocherà tutti i soggetti che hanno interessi nello stabilimento: Eni, parti sociali, rappresentanti dei lavoratori, vigili del fuoco. Continua l'inchiesta della procura che ha concluso la perquisizione nel luogo della tragedia. Domani i primi funerali delle vittime


Nadia Tarantino
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Una carrellata di audizioni per capire cosa è successo a Calenzano. Per capire e prevenire. Questo farà la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro a partire da gennaio. Lo ha detto il presidente, Tino Magni (Alleanza Verdi e Sinistra), che oggi, martedì 17 dicembre, insieme alle senatrici Susanna Camusso (Pd) e Paola Mancini (FdI) ha compiuto un sopralluogo nello stabilimento Eni dove il 9 dicembre un’esplosione ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di altre ventisei, tre delle quali ancora gravi. “Audiremo – ha detto Magni – impresa, sindacati, categorie economiche, vigili del fuoco e tutte le parti che hanno interessi qui”. I tre senatori si sono intrattenuti per circa quaranta minuti nel deposito; con loro il procuratore di Prato, Luca Tescaroli e il capo del Nucleo investigativo dei carabinieri di Firenze a cui sono state delegate le indagini. “Vogliamo capire per prevenire – le parole del presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta – non se ne può più di queste tragedie. La persona vale più di tutto e gli investimenti devono salvaguardare la vita della persona. Chi va al lavoro, deve tornare a casa”.
Lo stabilimento Eni resterà chiuso a lungo. La procura ha messo sotto sequestro l’intero impianto che occupa un’area di 170mila metri quadrati. Un’area che sta in mezzo ad una concentrazione di infrastrutture, fabbriche, abitazioni, servizi. Il tema, dopo l’esplosione, è anche la presenza futura del deposito di carburante: “Non è che noi abbiamo la possibilità di imporre – ancora il presidente Magni – ho letto anche io che in passato questo è stato dichiarato un posto a rischio, però finora non è stato fatto  nulla. Intanto facciamo la nostra inchiesta, poi produrremo una relazione”.  Tino Magni, noto come il senatore-operaio, ha parlato di “immagine straziante che tocca il cuore”. L’incidente avvenuto a Calenzano è solo l’ultimo di una striscia tragica fatta di lavoratori che sono morti e di lavoratori che sono rimasti feriti: “Siamo di nuovo di fronte al fatto che questi incidenti avvengono in aziende di grandi dimensioni e anche pubbliche o che lavorano per il pubblico – ha aggiunto Magni –  bisogna fare più prevenzione, lo diciamo in continuazione”. E a proposito delle responsabilità: “Ci sbaglia deve essere punito – le parole del presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro – personalmente però preferisco che si parli di prevenzione”.
L’inchiesta è all’ottavo giorno. Ieri, concluso il lungo sopralluogo, il procuratore ha dato ai consulenti sessanta giorni di tempo per rispondere ai quesiti sulle cause e sulla dinamica dello scoppio, ma anche sulle condizioni di sicurezza nello stabilimento, sui piani di tutela, sulla gestione delle lavorazioni. Gli esperti di esplosivistica, chimica, incendi, impiantistica strutturale e sicurezza sul lavoro hanno dato la disponibilità a occuparsi in prevalenza di questo caso in modo da ridurre al massimo i tempi di consegna delle rispettive relazioni che formeranno la superperizia della procura. Omicidio colposo plurimo, disastro e omissione o rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche: queste i reati ipotizzati dalla procura che nella serata di ieri ha concluso la perquisizione del deposito di Calenzano da dove sono stati prelevati documenti, corrispondenza, supporti informatici e altro carteggio ritenuto utile alle indagini.
Domani, intanto, i primi funerali degli operai. A Sasso di Castalda, in provincia di Potenza, l’addio a Gerardo Pepe, 45 anni, e a Cirigliano, in provincia di Matera, l’ultimo saluto a Franco Cirelli, 50 anni; entrambi lavoravano per Sergen, la ditta lucana specializzata in manutenzione di impianti petroliferi. A Prato, giovedì 19, alle 15, nella cattedrale di Santo Stefano, il funerale di Vincenzo Martinelli, 51 anni; la salma esposta alle cappelle del commiato della Misericordia dalle 18 di oggi. A Prato anche l’addio a Carmelo Corso, 57 anni: la famiglia ha espresso la volontà di un funerale strettamente privato chiedendo massimo riserbo. A Bientina, in provincia di Pisa, giovedì mattina il funerale di Davide Baronti, 49 anni. (nadia tarantino)  

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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