Continua l’emergenza casa, anche quando ai proprietari viene garantito l’affitto. Secondo il primo bilancio sociale dell’associazione il Casolare lo scorso anno, su 112 famiglie che hanno fatto richiesta di un alloggio solo per dieci è stata trovata una soluzione grazie all’intermediazione dell’associazione che firma il contratto di locazione per poi subaffittare alle famiglie. Nel 2024 il 48% degli assegnatari sono di nazionalità italiana, il 16% albanese e poi a scalare marocchina, nigeriana e romena. La durata media di un contratto di affitto è di 7,2 anni, per quanto riguarda invece le richieste il 72% provengono da nuclei familiari stranieri, in 68 famiglie è presente un minore, tra gli stranieri il 92% dei nuclei familiari sono composte da tre persone, percentuale che scende all’85% per gli italiani. I proventi sono stati di circa 531mila euro, con 475mila derivati dai canoni degli inquilini, il tasso di morosità è sceso dal 15% al 12% . Il casolare ha potuto contare sul contributo di 20mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, diecimila dalla Diocesi, 986mila euro dai fondi del 5 per mille, mentre il Comune di Prato ha stipulato una convenzione di 25mila euro anni attraverso il servizio di agenzia casa. Alte invece le spese per la risistemazione delle case ritornate nelle mani dei proprietari pari a 32mila euro annui, tra l’altro nel corso dello scorso anno quattro appartamenti sono stati ritirati dal mercato. Le famiglie che si rivolgono al casolare fanno parte della cosiddetta zona grigia, cioè persone che non hanno diritto a una casa popolare, ma fanno fatica a pagare un affitto che in media si aggira intorno a 800 euro al mese “Nonostante la garanzia del pagamento da parte del casolare – spiega il presidente Marco Borselli – è sempre più difficile trovare appartamenti in affitto da qui due proposte: ai proprietari di mettere sul mercato gli appartamenti e all’amministrazione comunale di implementare il parco case di Epp”.
Il Casolare è nato nel 1996 in seno alla Caritas diocesana ha un dipendente e può contare su cinque volontari e due collaboratori esterni
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